Lesioni e rifiuto di atti d’ufficio. Sono i reati contestati a una pediatra dell’ospedale Santa Chiara di Trento per la quale il 24 aprile inizierà il processo per i danni subiti da un bambino, ora in stato vegetativo, per aver mangiato formaggio prodotto con latte crudo.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Maria Colpani, la dottoressa non avrebbe voluto visitare il piccolo in gravissime condizioni nonostante la richiesta di una collega e questo avrebbe causato un ritardo nella diagnosi la Sindrome emolitico-uremica (Seu) scoperta solo tre giorni dopo quando ormai aveva già provocato danni irreparabili. Era il 5 giugno 2017 quando il bambino, 4 anni, dopo aver mangiato il formaggio era stato male. Portato all’ospedale di Cles era stato trasferito all’ospedale Santa Chiara proprio perché le sue condizioni apparivano molto gravi.

A dicembre l’ex presidente del caseificio sociale di Coredo, Lorenzo Biasi, e il casaro Gianluca Fornasari, accusati di lesioni gravissime, sono stati condannati dal giudice di pace e pagare una multa di poco meno di 2.478 euro. Intanto il formaggio che provocò la gravissima sindrome è stato premiato – come ha riportato il FattoQuotidiano – generando più di una polemica. La famiglia si è costituita parte civile attraverso e chiede oltre un milione di euro di danni.

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