Mezzo miliardo di persone senza internet. Un incubo che da giovedì 14 flagella mezza Africa. Un guasto ai cavi sottomarini sta lasciando senza connessione milioni di persone. Colpiti in particolare i paesi dell’Africa occidentale: Costa d’Avorio, Ghana, Benin, Guinea, Gambia, Sierra Leone, Togo, Liberia, ma i danni si propagano lungo tutta la costa occidentale del continente, fino al Sudafrica compreso, passando per Nigeria, Angola, Congo Brazzaville e Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Guinea Bissau, Namibia. Anche alcuni paesi che non hanno sbocco sul mare, ma utilizzano questi cavi, restano dunque totalmente o parzialmente isolati, come il Burkina Faso, il Botswana, lo Zambia, il Lesotho e lo Zimbabwe.

L’operatore africano di cavi sottomarini SEACOM ha confermato che i servizi sul suo sistema via cavo dell’Africa occidentale sono inattivi dalle 5 di giovedì mattina e che i clienti che facevano affidamento su quei cavi sono stati reindirizzati al cavo Google Equiano. Tra i più colpiti, alcuni fra i maggiori operatori del continente: MTN, Orange, Vodacom. Incalcolabili i danni economici e le ricadute sulla vita quotidiana, che colpiscono sia il settore formale che quello informale: qualsiasi interruzione della connettività limita la produttività e le transazioni e crea un enorme deficit per le imprese, che non possono operare senza internet. Serissime le difficoltà registrate anche dagli istituti bancari, sia nell’operatività delle filiali che in quella online (diffusissima nel continente, poiché supplisce alla carenza di sportelli bancari). Anche Africa Global Logistics, specialista della catena di fornitura globale nel continente presente in 49 paesi, è stata pesantemente colpita dall’interruzione o dalla chiusura totale della connessione internet.

La causa è il danneggiamento di diversi cavi sottomarini in fibra ottica situati a ovest del continente. Non è ancora noto il punto esatto, né tantomeno la causa di questo enorme blackout informatico. In base ai rapporti dei diversi operatori locali, sono quattro i cavi danneggiati: Africa Coast to Europe (ACE), MainOne, SAT-3/WASC, West Africa Cable System. Non è chiaro nemmeno se si tratti del medesimo danno, o meglio, di danni causati dal medesimo evento. Sappiamo però che questi cavi si connettono agli stessi sistemi AAE-1, EIG e SEACOM/TGN-Eurasia già danneggiati nel mar Rosso e che restano fuori servizio.

Secondo alcune fonti, i luoghi esatti dei danneggiamenti non verrebbero resi noti per ragioni di sicurezza. La Commissione nigeriana delle comunicazioni aveva inizialmente parlato di una zona fra il Senegal e la Costa d’Avorio. Altri report riferiscono più direttamente di danni al largo di Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. La stessa MainOne il 15 marzo ha parlato apertamente di un guasto al largo della Costa d’Avorio, aggiungendo che secondo le prime valutazioni sarebbe dovuta a un’attività sismica, ma tutto resta ipotetico, in attesa di conferme che verranno solo dopo gli interventi tecnici. E proprio la Costa d’Avorio ha annunciato di aver istituito un’unità di crisi per ripristinare internet, 24 ore dopo l’inizio di questa interruzione “eccezionale e senza precedenti”. Una “unità di crisi” e un “comitato interministeriale” sono al lavoro “per monitorare l’evoluzione della situazione e garantire il ripristino del servizio nel più breve tempo possibile”.

La connettività resta in parte garantita tramite altri cavi intercontinentali marini o terrestri, come il nuovo cavo Equiano, EASSy, Glo-1 e Maroc Telecom West Africa. I tempi tecnici per le riparazioni dipendono da molti fattori, ma non saranno brevissimi. Lo scorso anno, per un guasto fra Angola e Repubblica Democratica del Congo, erano stati necessari dai 30 ai 43 giorni. Nel frattempo, gli operatori di rete deviano il traffico su altri cavi, che però sono sovraccarichi, con qualità dei servizi non garantita. Nemmeno i satelliti sono la soluzione: Starlink, Amazon Kuiper e altri insieme hanno una capacità limitata, che rappresenta meno di un decimo della capacità di un solo cavo sottomarino.

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