L'attore spiega le sue posizioni in un'intervista al quotidiano La Stampa, nel campo largo ci sono troppi galli: "Se c’è qualcuno che porta avanti le idee green e altri meno, un altro che non si sa se sia di sinistra o di destra, la bruschetta si 'sfragna'. Meglio ognuno per conto suo con le proprie idee"
“Se ci metti troppi sapori, n’è più na bruschetta, e te se sfragna”, ha scritto su X l’attore Alessandro Gassmann per descrivere il campo largo, reduce dalle difficoltà in Piemonte e soprattutto in Basilicata. Trattative lunge e includenti che hanno fatto arrabbiare l’attore, protagonista di numerosi film e fiction di successo: “L’opposizione ti fa cascare le braccia, con quel che sta succedendo a livello nazionale e internazionale, tutto uno vorrebbe tranne vedere chi dovrebbe dare un’alternativa al Paese che litiga tutti i giorni”. E la vittoria in Sardegna “è arrivata perché la candidata era considerata una persona capace e perbene. Sono i programmi e le persone che contano. Davanti a questa destra che urla ci vuole una sinistra che non cincischi e non abbia paura a dichiararsi sinistra, più che centro. Ci vuole coraggio”.
L’attore spiega le sue posizioni in un’intervista al quotidiano La Stampa, nel campo largo ci sono troppi galli: “Se c’è qualcuno che porta avanti le idee green e altri meno, un altro che non si sa se sia di sinistra o di destra, la bruschetta si ‘sfragna’. Meglio ognuno per conto suo con le proprie idee“. Gassman passa in rassegna i leader di partito: “Elly Schlein mi piace sia giovane e donna, ma penso che dovrebbe prendere decisioni più drastiche. Giuseppe Conte “mi ha molto rassicurato ai tempi del Covid, penso che abbia gestito bene una situazione così delicata. Ma mi sembra che i Cinque stelle cambino troppo spesso idea, non li trovo mai del tutto credibili. Carlo Calenda è un signore di centro che non si capisce perché voglia andare a sinistra, come quello che mangia carne ma vuole un posto nel ristorante vegetariano. Ma perché?”.
Il governo Meloni, spiega Gassmann, “sta facendo quello che immaginavo avrebbe fatto. A Giorgia Meloni, che non ho votato e non voterò mai, riconosco una coerenza, a differenza di Matteo Salvini. È la destra dell’orgoglio nazionale e della difesa delle Forze dell’Ordine”. L’attore commenta anche quello che viene definito l’amichettismo di sinistra: “Da parte della sinistra cosiddetta radical chic c’è sempre stato una sorta di club in chiuso in cui non tutti sono ammessi. La sinistra ha fatto tanto per la cultura di questo Paese, ma bisogna ammettere anche i limiti. Io radical chic? Sarò forse elegante (ride,ndr) ma non sono un radicale, anzi! Sarei un socialista alla Pertini. E professionalmente ho fatto scelte che quelli con la puzza al naso non avrebbero mai fatto, come la tv popolare”, ha concluso a La Stampa.