Lapo Elkann diventa nonno Gianni Agnelli. Potenza del cinema. A circa metà di Race for glory, il film diretto da Stefano Mordini, basato sulla storia vittoria al Campionato del mondo di rally del 1983 da parte della Lancia 037, ecco la sequenza in cui sbuca Lapo. L’inquadratura iniziale, dentro ad un ascensore, vede il protagonista Riccardo Scamarcio (che interpreta il team manager Lancia, Cesare Fiorio) e “l’avvocato” di spalle. È da dietro a quelle spalle che Agnelli – quindi senza vedere i visi – dice la sua battuta: “Vuol sapere un fatto curioso dottor Fiorio. Mio nipote mi ha chiesto di regalargli un’Audi: sono forti questi tedeschi. Buon lavoro e buona fortuna”. Poi lo scavalcamento di campo con l’inquadratura frontale che coglie per un istante millimetrico il faccione di Lapo Elkann incanutito e stretto nel grigio blu alla Agnelli. Questione davvero di un attimo tanto che per chi guarda, e non sa nulla, quasi non si capisce che sia Lapo.
“Partecipare a un film che ricostruisce la leggendaria storia tra Audi e Lancia è stata per me una grandissima emozione. Posso dire di avere dato davvero il massimo e colgo l’occasione per ringraziare Scamarcio che mi ha dato fiducia”. Alla prima torinese del film Scamarcio e Mordini hanno confermato l’estrema professionalità di Lapo nel prepararsi alla parte. Anche se i maligni, messi di fronte al fatto compiuto dell’apparizione del nipote dell’Avvocato nei panni dell’Avvocato, hanno pensato che in scena ci fosse l’imitatore Ubaldo Pantani nei panni di Lapo (che interpreta Agnelli). Race for glory in tre giorni di programmazione in sala ha raccolto quasi 600mila euro per quasi 74mila spettatori.
