Ogni situationship infelice è infelice a modo suo, direbbe oggi Lev Tolstoj, ma tutte hanno in comune qualcosa: la mancanza di chiarezza e di una sana comunicazione. Uscirne, però, si può: i consigli degli esperti
Ti scrive, poi non ti scrive più. Vorrebbe vederti, ma capita sempre un contrattempo o c’è qualcosa che si mette in mezzo. Quando siete insieme state benissimo, ma poi sparisce per giorni. E allora via ad analizzare ogni frammento di risposta come se stessi traducendo la stele di Rosetta. Se ti sei riconosciuto/a in questo scenario, abbiamo una notizia per te: sei finito/a in una situationship. Non è una relazione, ma non è anche la storia di una notte. C’è chimica, c’è interesse, ma non abbastanza da portare le cose al livello successivo e definirvi una coppia. È una situazione aperta – come suggerisce il nome – in bilico, che sembra non andare da nessuna parte e spesso genera più confusione che altro. Ma, per fortuna, si può imparare a riconoscere i segnali e a uscirne.
Che cos’è una situationship –
Il termine situationship non ha un corrispettivo italiano e, per definirla, è più facile capire cosa non è. Non è un’amicizia, non è una relazione seria, ma è più di un flirt: c’è il sesso e c’è un dialogo che, in qualche modo, si prolunga nel tempo. Certo, ci sono più visualizzati-e-non-risposto che messaggi, ma qualcosa lì in mezzo c’è. Anche se non andate insieme alle feste, non programmate le vacanze e non fate progetti sul futuro, in qualche modo c’è un legame a cui, spesso, uno dei due non vuole rinunciare. Le situationship sono, per molti versi, lo specchio dei nostri tempi liquidi, dove si possono continuare a esplorare infinite opzioni senza mai sceglierne davvero una, rinunciando a tutte le altre. Ma dove si traccia la linea tra il prendere le cose con calma e la paura di impegnarsi? “Non diamoci etichette, viviamocela così” è un atto di libertà o è l’incapacità di prendere una decisione?
Come riconoscere una situationship
Ogni situationship infelice è infelice a modo suo, direbbe oggi Lev Tolstoj, ma tutte hanno in comune qualcosa: la mancanza di chiarezza e di una sana comunicazione. Finché entrambi le persone coinvolte sono perfettamente d’accordo, bene, ma quando una delle due vive questo rapporto con ansia e frustrazione allora è il momento di prendere in mano la situazione (anzi: la situationship) e provare a capire come uscirne. Prima di dire “no, non è il mio caso”, chiediti: quante volte al giorno hai controllato quella chat? Quanto ci hai pensato prima di mandare l’ultimo messaggio? Dopo hai archiviato la chat per non dover vedere l’impietosa spunta blu? Fin da adolescenti ci insegnano che c’è una domanda da non porre mai, mai e poi, all’inizio di un rapporto, pena il disonore eterno. Ovvero: “Ma noi cosa siamo?”. E invece, forse, dovremmo ricrederci. Perché esprimere i nostri bisogni non è mai un segno di debolezza. Qualche suggerimento utile arriva dal report D.A.T.E. (Data, Advice, Trends, and Expertise) stilato da Hinge, la app di incontri che si definisce “pensata per essere cancellata” e che negli ultimi anni si è conquistata una sua nicchia nel mondo del dating. Una ricerca su 15mila utenti ha confermato ciò che in fondo sospettavamo già: spesso ci tratteniamo dal dire ciò che proviamo per timore di essere rifiutati. Anche se parlarne apertamente è indispensabile per stabilire l’esclusività, quasi la metà degli intervistati ha evitato di definire una relazione solo perché non sapeva come parlarne.
I consigli degli esperti per definire una relazione
“Se qualcuno non vuole stare con te, è meglio saperlo subito – Logan Ury, Director of relationship science di Hinge – Se qualcuno ti considera un potenziale partner, non preferiresti saperlo prima piuttosto che dopo?”. Non c’è un modo unico di iniziare il discorso, e sicuramente c’è il rischio che la risposta non sia quella che vogliamo, però ci sono delle piccole strategie che potrebbero facilitare la conversazione. Secondo gli esperti di Hinge è importante parlarne di persona (mai per messaggio!) e solo quando si è nel giusto spazio mentale: pronti a smettere di frequentare altre persone, ma anche quando si ha chiaro in mente ciò che vogliamo sapere. “Vuoi fare chiarezza sulle etichette? Vuoi stabilire l’esclusività? Vorresti fare il gesto romantico per antonomasia in questo periodo, cioè cancellare le app di dating? Oggi ci sono tanti modi diversi di avere una relazione, quindi sii aperto con l’altro sulle tue aspettative”. Magari la conversazione porterà a un momento di gioia e sollievo, scoprendo di volere entrambi la stessa cosa, magari no. In quel caso, è giusto essere sinceri ma senza chiedere di più: “Si tratta di una conversazione, non di una negoziazione. Rispetta il punto di vista dell’altro e ascolta. Questo significa capire come si sente, non cercare di convincerlo a darti quello che vuoi – conclude Logan Ury – Anche se non ricevi la risposta che avresti sperato, almeno hai più informazioni, il che ti aiuterà a decidere se continuare o meno”.
Nota dell’autore: Caro Tolstoj, perdonaci se abbiamo stravolto quella frase meravigliosa che è l’incipit di Anna Karenina. Ma le eroine che si tormentano per amore ci piacciono solo nelle pagine di un romanzo.