“Io sono l’unico candidato lucano in corsa, Bardi è nato in Basilicata ma vive prevalentemente fuori. Se lo batterò? Ne sono sicuro, dobbiamo continuare a lavorare sull’ascolto dei territori”. A dirlo a Un giorno da pecora su Rai Radio 1 è Piero Marrese, nuovo frontman del campo largo alle elezioni regionali in Basilicata del 21 e 22 aprile, scelto in extremis dopo il ritiro-lampo dell’oculista Domenico Lacerenza. Sarà lui, 43enne presidente della Provincia di Matera, a tentare di soffiare la Regione a Vito Bardi, il governatore uscente sostenuto dal centrodestra e anche dal fu “Terzo polo”. Rispetto a Lacerenza – che nelle sue poche uscite da candidato aveva mostrato un certo spaesamento – Marrese sfodera un piglio più combattivo: “Il mio è il campo vincente“, risponde quando gli si chiede se si riconosca o no nell’espressione “campo largo” usata per riferirsi all’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle. Dice di non sentirsi “l’ultima scelta” della coalizione racconta di aver già sentito tutti i leader di partito: la segretaria dem Elly Schlein e il presidente pentastellato Giuseppe Conte (“che mi ha dato la piena fiducia”, dice), nonché Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, con cui, spiega, “abbiamo fatto una videocall”.
Ma chi è l’aspirante governatore del centrosinistra? Laureato in giurisprudenza a Bari – dove ha svolto anche attività di ricerca – dal 2015 Marrese è sindaco di Montalbano Jonico, Comune di seimila abitanti nell’entroterra materano. Dal 2018 è anche presidente della Provincia, scelto dai primi cittadini e dai consiglieri comunali del territorio nell’elezione di secondo livello: eletto a soli 37 anni, è stato il più giovane di sempre ad assumere la carica. Riconfermato nel 2022 per un secondo mandato, dal 2019 è anche presidente della sezione lucana dell’Upi, l’Unione province italiane. Il suo nome era già stato fatto dal Pd al tavolo di coalizione per le Regionali, ma finora il sindaco ha tenuto un profilo piuttosto defilato, proseguendo nell’attività amministrativa: in particolare, nelle ultime settimane ha seguito da vicino la vertenza della CallMat (un call center di Matera con circa quattrocento lavoratori a rischio esubero) e la valorizzazione delle riserve protette della provincia. A dicembre ha promosso una protesta contro la giunta regionale per la contrarietà ai criteri del piano di dimensionamento scolastico.