Lo sanno tutti, almeno i più giovani: quando si gestiscono le chat whatsapp serve molta cautela. E ora lo hanno capito anche gli esponenti di una parte del centrodestra di Grosseto, la cui “storia” è finita in uno “stato pubblico”. Tutti hanno quindi potuto apprezzare il nome dato alla loro chat interna: Kkk, acronimo che riconduce a Ku Klux Klan, cioè le organizzazioni suprematiste e razziste protagoniste di azioni violente negli Usa dall’inizio dell’Ottocento. Così una serata di festeggiamenti e foto di rito dopo le elezioni provinciali è finita con le giustificazioni imbarazzate degli esponenti che animano la chat, quasi tutti ex leghisti. Alfiero Pieraccini, appena eletto consigliere provinciale con la lista Nuovo Orizzonte Civico e consigliere di maggioranza del gruppo misto a sostegno del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, si è giustificato in questo modo: “E’ solo un nome a caso messo in una chat interna. Non so neppure cosa sia il Ku Klux Klan. Non c’è una finalità politica”.

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