Venti anni di carcere, tre in più di quelli che ha vissuto. Questa la sentenza nei confronti del 17enne accusato dell’omicidio di Giogiò, il musicista 24enne Giovanbattista Cutolo ammazzato lo scorso 31 agosto a Napoli. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni, Umberto Lucarelli, ha accolto la richiesta di pena della procura accogliendo la richiesta formulata dal pm. A pronunciare la sentenza è stato il gup del Tribunale dei Minorenni.

L’avvocato dell’imputato aveva chiesto la messa in prova per il 17enne imputato, richiesta non accolta dal giudice. I venti anni di reclusione, chiesti dal pm dll Francesco Regine, sono il massimo della pena per un under 18 considerato il rito abbreviato. La vittima perse la vita in piazza Municipio, a Napoli, durante una lite scoppiata per uno scooter parcheggiato male. L’imputato, all’epoca 16enne, disse di aver sparato per difendersi. In aula Daniela Di Maggio, la mamma del musicista, insieme all’avvocato Claudio Botti. Prima del verdetto la donna aveva detto: “Se l’assassino di Giogiò non prende 20 anni sarà rivoluzione, perché altrimenti diciamo ai malviventi che possono uccidere e diciamo al male di prendere piede”.

A chi le chiede cosa ha provato nel vedere l’assassino di suo figlio nell’aula del Tribunale, Di Maggio risponde: “Ho provato disperazione. Quel ragazzo non sapeva articolare un pensiero in italiano, mio figlio era un ragazzo che ti incantava quando parlava. Aveva un animo nobile, una meraviglia di intenti. Quello lì invece non sapeva articolare tre pensieri, guardava il suo avvocato come a chiedergli cosa dovesse dire. Truffe alle vecchiette, tentato omicidio, rapinatore di Rolex, assassino di Giovanbattista Cutolo, neanche 20 anni gli vuoi dare?”. Alla domanda se ha visto pentimento la donna risponde: “Macché, quello mi sfidava pure. Lui sta benissimo, noi stiamo tutti uccisi- Il pm ha fatto un’arringa meravigliosa – ha raccontato la donna – e dalla ricostruzione si è visto l’omicida che ha estratto la pistola, ha rincorso Giogiò e gli ha dato un colpo, poi altri due, tutti e tre mortali. Aveva il gusto di uccidere. Il pm ha chiesto 20 anni perché ha detto che una persona così poteva fare una strage. Se mi ha chiesto scusa? No, sempre sguardo basso anche se eravamo a un metro di distanza. Avrebbe potuto dire ‘signora Daniela vi voglio abbracciare, perdonatemi’, ma non c’è stato un momento di pentimento. E io non perdono, perdonano il Papa e Gesù, io non perdono chi mi ha ucciso un figlio meraviglioso, un ragazzo che poteva dare tantissimo alla società”.

“Abbiamo scritto una pagina di storia. Giustizia è stata fatta. Vent’anni, l’ergastolo per i minori, li ha avuti tutti – ha aggiunto Di Maggio – credo sia un segnale potente per tutta la società civile, significa che quando c’è un’indignazione vera e le coscienze si scuotono tutti si muovono intorno a un progetto, a un obiettivo. Tutta Napoli, tutta l’Italia voleva questa sentenza. Ora mi aspetto che adesso i minori non escano più in strada con i coltelli, con i tirapugno e con pistole, e che non uccidano i figli di tante persone per bene, perché ora non si sentono più impuniti. Questa sentenza così importante scrive una pagina di storia, la chiamerei la rivoluzione di Giogiò perché adesso Giogiò aiuterà gli altri e questa è la cosa che più mi interessa”.

Subito dopo il verdetto ci sono stati momenti di tensione all’esterno del Tribunale. I parenti del 17enne hanno urlato contro gli amici e la famiglia del ragazzo ucciso. La tensione è durata alcuni minuti. A sorvegliare la zona. Alcune persone legate al minorenne condannato hanno anche fatto gesti minacciosi invitando i parenti di Cutolo a raggiungerli. I giovani amici del ragazzo ucciso hanno intonato un coro che chiede giustizia per Giogiò.

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