“Se fossi stata parlamentare, avrei votato solo la prima volta a favore degli aiuti militari in Ucraina e non avrei più votato se non ci fossero stati segnali chiari di inizio di vie diplomatiche, che non ci sono mai state e che soprattutto hanno vista l’Europa ferma. Negoziato? Era meglio non aspettare che Putin prendesse il 90% alle elezioni, perché in questi 2 anni ci sarebbero state delle possibilità che oggi forse ci siamo giocati“. Così a Otto e mezzo (La7) Rosy Bindi commenta la situazione attuale del conflitto tra Russia e Ucraina, aggiungendo: “Mi ha fatto certamente impressione che Macron abbia detto di non escludere l’invio di truppe Nato in Ucraina, ma questo mi impressiona da molto tempo perché paradossalmente la posizione del presidente francese è coerente con la strada intrapresa dalla Ue da 2 anni a questa parte”.

L’ex presidente della Commissione Antimafia difende strenuamente le parole di Papa Francesco: “Qualcuno si è scandalizzato di quello che ha detto il Papa, ma in realtà ha detto l’unica cosa razionale di questo momento: o inizia il negoziato o c’è la guerra nucleare. Vogliamo continuare così? La bandiera bianca è anche una bandiera di pace, non è soltanto un simbolo di resa. E in ogni caso – continua – il Papa ha detto una cosa semplice, coerente peraltro col catechismo. La guerra giusta non esiste, ma può esistere una guerra di difesa ad alcune condizioni, tra le quali c’è la possibilità di farcela, perché altrimenti sottoponi il tuo popolo a una situazione ancora peggiore, perché questo sta avvenendo”.

Bindi conclude: “Non è sicuramente credibile Salvini, che, anzi, mi fa paura nelle sue espressioni, perché chiaramente è per Putin e non per la pace. Però la Ue, in particolare, dovrebbe cominciare ad attivare tutti i possibili interlocutori che non possono essere solo gli Usa. Anche l’Italia deve farlo e se non è nelle condizioni di farlo, evidentemente non è così credibile come si vuol far pensare”.

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