È iniziato sabato scorso in Francia il processo a Salim Berrada, fotografo di moda accusato di avere stuprato molte donne incontrate sull’app d’incontri Tinder tra il 2015 e il 2016. Il 38enne, soprannominato lo “stupratore di Tinder”, è sotto accusa dal 2016, dopo la denuncia di 17 donne per abusi e aggressioni sessuali. Nel corso dell’inchiesta l’uomo ha sempre contestato i fatti, parlando di relazioni consensuali. Secondo gli inquirenti, il fotografo usava sempre lo stesso modus operandi, attirando le donne a casa sua con il pretesto di uno shooting fotografico, le riempiva di complimenti e poi proponeva loro di bere un bicchiere insieme.

Ma quello che le donne bevevano le rendeva incoscienti. Gli inquirenti sospettano una forma di “sottomissione chimica”, con un brusco cambio di comportamento da parte del fotografo e rapporti sessuali imposti. Una versione che l’imputato ha sempre negato con forza. Dopo due anni e mezzo di carcere, Berrada era stato rilasciato sotto controllo giudiziario nel 2019, con il divieto di esercitare il proprio mestiere di fotografo. Oggetto di ulteriori denunce, è stato nuovamente indagato per stupro e aggressioni sessuali. Da luglio 2023 è tornato in carcere dove rischia altri 20 anni. Il processo si è aperto il 17 marzo a Parigi e dovrebbe durare due settimane.

Immagine d’archivio

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