Diritti

Il Consiglio d’Europa denuncia l’uso strumentale delle minoranze Lgbti: anche in Italia accade

“Usare come capro espiatorio le minoranze Lgbti è diventata una tattica applicata da politici ultra-conservatori e nazionalisti che si atteggiano a difensori dei cosiddetti ‘valori tradizionali’ per guadagnare o rimanere al potere. I politici che prendono di mira le persone Lgbti spesso diffondono narrazioni promosse dai cosiddetti ‘movimenti anti-genere’. Da alcuni anni si parla dell’espansione – in Europa e nel resto del mondo – di questi movimenti sempre più organizzati, transnazionali e ben finanziati, composti da estremisti religiosi e organizzazioni ultraconservatrici. I movimenti anti-genere mettono in discussione il concetto di genere e se si tratta di una categoria protetta nel quadro dei diritti umani, promuovendo una visione ultra-conservatrice della famiglia, della sessualità e del ruolo delle donne nella società. Gli esponenti dei movimenti anti-genere cercano di confondere il loro pubblico adottando il vocabolario dei diritti umani, ma quello che stanno facendo in realtà è lavorare per privare altri gruppi – principalmente donne e persone Lgbti – dei loro diritti”.

Questo sopra è il quadro molto chiaro della situazione politica attuale anche italiana descritto e denunciato nel documento Human Rights and Gender Identity and Expression (diritti umani e identità e espressione di genere) pubblicato la settimana scorsa dal Commissario per i diritti Umani del Consiglio d’Europa. Il Commissario per i diritti umani è un’istituzione del Consiglio d’Europa atta a promuovere il rispetto dei diritti umani nei 47 Stati membri dell’Organizzazione. Già nel 2009 era stato pubblicato un primo documento sui diritti umani e l’identità di genere, che era diventato subito un punto di riferimento per chi si occupa di diritti umani in Europa.

Il Commissario invita i governi e le altre autorità a progettare, implementare e finanziare adeguatamente campagne pubbliche e corsi di formazione per aumentare la consapevolezza sui diritti e sulle esperienze vissute dalle comunità trans. Un documento essenziale di 124 pagine che mette in luce quali siano i veri problemi che la politica si trova ad affrontare (i gruppi anti-genere e anti diritti umani) e la quasi “ovvietà” dei diritti che ogni persona trans di ogni età deve vedersi garantiti.

Il documento affronta anche la questione infanzia e adolescenza e lo fa con chiarezza e verità, stando sul serio dalla parte dei bambini. Chi vuole negare l’identità di bambini e bambine si basa “su idee sbagliate secondo cui i bambini verrebbero manipolati per richiedere determinati interventi medici, sottoposti a qualche tipo di propaganda dannosa o costretti a sottoporsi a interventi chirurgici invasivi in ​​tenera età. Questi miti non hanno alcuna base scientifica e danneggiano in modo significativo l’accesso dei bambini alle cure e al sostegno di cui hanno tanto bisogno”, afferma il Commissario. Il documento sottolinea quanto sia importante che “le istituzioni pubbliche e i fornitori di servizi, comprese le scuole, rispettino l’identità e l’espressione di genere di tutti i bambini, indipendentemente dal loro genere/sesso legale”.

Le scuole vengono invitate a “sostenere i bambini trans adottando politiche che rispettino la transizione sociale, ad esempio riconoscendo i loro nomi e pronomi o quando il bambino partecipa ad attività sportive basate sul genere o accede a bagni separati per genere in linea con l’interesse superiore del bambino. Questi adattamenti non richiedono molti sforzi, ma possono cambiare la vita, e in alcuni casi salvarla”.

Si affronta anche la questione dei trattamenti farmacologici: “L’accesso all’assistenza sanitaria specifica per le persone transgender non dovrebbe richiedere una diagnosi di disturbo mentale, in linea con i cambiamenti dell’Icd-11. Sfortunatamente, quasi tutti gli Stati membri mantengono una diagnosi psichiatrica obbligatoria per accedere ai servizi sanitari specifici per le persone trans. Questi requisiti spesso fungono da barriera all’accesso all’assistenza sanitaria, portando a colloqui umilianti e invadenti da parte di professionisti medici basati su pregiudizi e narrazioni anticipate contrarie alla dignità umana. In alcuni Stati membri sono disponibili alcuni interventi medici per gli adolescenti. La pubertà e i cambiamenti fisici che l’accompagnano possono rappresentare un momento difficile per tutti i bambini, e alcuni (ma non tutti) i bambini trans possono sperimentare un intenso disagio a causa della mancata corrispondenza tra le loro caratteristiche sessuali biologiche e la loro identità di genere. In questi casi, alcuni preadolescenti potrebbero voler accedere ai cosiddetti bloccanti della pubertà, che ritardano la pubertà e possono alleviare notevolmente il disagio psicologico da essa causato”.

Mi pare evidente quanto l’Italia in questo momento rientri perfettamente nel quadro della manipolazione politica dell’omofobia e della transfobia. I discorsi di odio e la negazione del diritto alla salute dilagano come in Inghilterra, dove sia le Nazioni Unite sia il Commissario per i Diritti “hanno notato il discorso politico offensivo e tossico, e un evidente effetto a cascata sul discorso anti-trans e sull’intolleranza all’interno della società”. In Italia si usa quanto di più violento succeda negli altri paesi per dare validità alla transfobia, come se essere violentemente transfobici, privare di diritti, negare i trattamenti volesse dire essere nel giusto se lo fanno anche altri paesi. La realtà però è ben diversa e leggerla in maniera così chiara in un documento pubblicato da un organismo tanto importante del Consiglio d’Europa riporta quel briciolo di fiducia che in molti e molte stavamo perdendo.