Un uomo è morto dopo esser stato morso da un serpente velenoso. La vittima, Jerromy Brookes, era stata chiamata per andare nel giardino di un asilo nido e rimuovere un pericoloso rettile. Giunto sul posto, il 47enne è stato ripetutamente morso dal temutissimo serpente bruno. Messi in sicurezza i bambini, Brookes è tornato a casa, dove ad attenderlo c’era la moglie.
Poco dopo il morso però, l’uomo ha capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Nonostante i tentativi di assistenza da parte della compagna, Jerromy è deceduto a causa di un arresto cardiaco. La vicenda è avvenuta a Deeragun, in Australia, nella giornata di ieri, martedì 19 marzo, come riporta il Courier Mail.
Paula Marten, direttrice del Queensland Ambulance Service, del distretto di Townsville, ha detto che la moglie ha provato “disperatamente” a salvargli la vita fasciandogli il braccio e tentando una rianimazione a seguito del collasso: “Ha immediatamente immobilizzato l’arto e applicato bende compressive, quando poi si sono presentati i sintomi sua moglie ha contattato il servizio d’emergenza”, ha raccontato. Inutile il trasporto in ospedale, dove Brookes è deceduto.
Secondo l’Australian Institute of Health and Welfare ogni anno circa 200 persone vengono ricoverate in ospedale a causa del morso di un serpente bruno. “Abbiamo antiveleno di ottima qualità in Australia”, ha dichiarato all’AFP Christina Zdenek dell’Australian Reptile Academy, spiegando che il modo corretto per curare il potenziale avvelenamento di un serpente è quello di “restare fermi, calmi e avvolgere in modo molto stretto l’intero arto con una benda elastica”.
Timothy Jackson, tossinologo evoluzionista presso l’Australian Venom Research Unit dell’Università di Melbourne, ha precisato che “il veleno sostanzialmente interrompe la cascata della coagulazione a una velocità molto elevata, ma mentre lo fa danneggia anche i vasi sanguigni, influenzando la pressione sanguigna e in alcuni casi può provocare un collasso“.