Il comitato di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti, ndr) dell’ agenzia Agi, “in applicazione del mandato conferito all’unanimità dall’assemblea dei redattori del 18 marzo, proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte di oggi fino alle 23.59 del 22 marzo, constatata l’assenza di una tempestiva risposta ufficiale da parte dell’azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia”. L’agenzia, di proprietà del gruppo Eni (controllato al 30% dal Tesoro), è finita nelle mire dell’imprenditore della sanità privata Antonio Angelucci che già possiede i quotidiani Libero, il Giornale e il Tempo e che sarebbe intenzionato a rafforzare la sua scuderia di media ad orientamento conservatore. Nei mesi scorsi si è parlato anche di un interessamento di Angelucci per alcune emittenti radiofoniche.
Il cdr dell’Agi aggiunge che “Nonostante le formali richieste di chiarimento sulle ipotesi di vendita, avanzate prima tramite il comunicato dell’assemblea dei redattori e poi attraverso la richiesta formale di un incontro urgente presentata dal cdr, l’azienda finora non ha fornito alcuna risposta né ritenuto di dover confrontarsi con l’organismo sindacale interno. Le insistenti indiscrezioni e notizie sulla possibile vendita dell’agenzia arrivano poche settimane dopo la firma, avvenuta il 2 febbraio, dell’accordo tra cdr, azienda e Fnsi sulla procedura di sospensione, destinata a determinare entro l’anno una sensibile riduzione dell’organico”. “Un accordo, continua il comunicato, approvato con grande senso di responsabilità da parte dell’assemblea dei redattori a cui si era arrivati anche dopo le rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali sull’assenza di trattative in essere per una vendita, sottolineata dalla presenza di un piano strategico 2024-2027 volto ad ‘implementare la strategia di trasformazione in una news company”.
‘L’Agi – sottolinea infine il comunicato – è da oltre 70 anni un punto di riferimento dell’informazione italiana e ha sempre assicurato un notiziario di qualità e pluralista. L’Eni negli anni si è dimostrato editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, tutti elementi che sarebbero fortemente a rischio nello scenario prospettato di vendita al Gruppo editoriale Angelucci. “In questa possibile compravendita – conclude la nota del cdr – riteniamo sia in gioco la garanzia del pluralismo dell’informazione del Paese: un’agenzia di stampa, fonte primaria di informazione, è infatti per sua natura pluralista e imparziale”.
A sostegno dei giornalisti si sono espresse le opposizioni. “E’ gravissima l’ipotesi di vendita dell’agenzia di stampa Agi a un senatore della destra che già possiede diversi quotidiani”, ha detto nella serata del 20 marzo la segretaria Pd Elly Schlein. “L’agenzia di stampa è garanzia di terzietà e quindi l’acquisto da parte delle destra rischia di essere un nuovo colpo alla libertà di stampa in Italia”. E ha aggiunto: “E’ evidente che si tratta di un caso di conflitto di interessi”. Stessa linea anche per i parlamentari M5s in commissione cultura alla Camera: “L’ipotesi di vendita dell’agenzia Agi al gruppo degli editori Angelucci rappresenta una minaccia alla libertà di stampa e all’indipendenza di una delle più grandi agenzie di stampa italiane. A più riprese il presidente Mattarella ha evidenziato il ruolo “decisivo” della libera stampa, mentre l’Europa ha da pochi giorni licenziato un regolamento importantissimo sulla libertà di stampa che si occupa di pluralismo, indipendenza dei media e contrasto ai conflitti di interesse. In tutto questo la vendita di Agi ad Angelucci va a creare una situazione inquietante per lo stato dei rapporti tra politica e informazione”.