Alla fine c’ha pensato l’ufficio scolastico regionale della Lombardia a dare ragione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e torto ad Alessandro Fanfoni, dirigente scolastico della scuola Iqbal Masih, a Pioltello, in provincia di Milano. Il preside aveva infatti deciso la chiusura dell’istituto comprensivo per la fine del Ramadan, il 10 aprile, anche in considerazione delle numerose assenze degli studenti negli anni scorsi. L’Ufficio scolastico, in una breve nota, parla di “irregolarità” nella delibera approvata dal consiglio d’istituto e ha chiesto di “valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento”. Quali siano le “irregolarità” di cui parla l’Ufficio scolastico regionale al momento non è dato sapere. Il punto centrale è rimasto sempre lo stesso: da una parte c’è l’autonomia dell’istituto di gestire i giorni di scuola, dall’altra c’è il centrodestra – fino a conquistare perfino l’agenda delle priorità del presidente del Senato Ignazio La Russa – che sostiene che un preside non può aggiungere festività al calendario scolastico. “Sennò ci sarebbe la festa degli indù, di questi, di quelli” per dirla con le parole della seconda carica dello Stato.
Un tentativo, forse, da difensori della tradizione che prevede pause della scuola per motivi religiosi solo in relazione alle feste cristiane e cattoliche. Tuttavia oggi a parlare è stato anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che ha detto che quello della scuola di Pioltello è un “legittimo provvedimento”. Quando gli è stato spiegato che l’ufficio scolastico regionale ha rilevato irregolarità nella delibera si è limitato a osservare che “hanno i loro organismi. Se lo hanno detto, avranno i loro motivi”. Al di là di questo però, l’arcivescovo ha aggiunto che “una delle cose più importanti della vita è la religione. Non so come è il regolamento delle scuole, si sospende anche a carnevale”.
Resta la domanda sospesa: quali sono le “irregolarità” di cui il provveditorato regionale parla senza specificare? Su questo il Pd annuncia un’interpellanza urgente al ministro Valditara: “Vorremo sapere dettagliatamente quali sarebbero queste irregolarità – dice la senatrice Simona Malpezzi, che di lavoro prima dell’elezione ha fatto l’insegnante delle superiori – anche per consentire a tutte le altre scuole italiane di non incappare nell’eventuale errore formale nella stesura del calendario scolastico”.
A mettere il carico sull’incolpevole scuola di Pioltello è stato proprio il ministro dell’Istruzione che è tornato sull’argomento durante una visita a Firenze. Valditara sostiene che la scuola ha “dei risultati formativi che sono enormemente inferiori rispetto a quelli della media lombarda”. E invece, ha aggiunto, “dobbiamo far sì che scuole così complesse abbiano la possibilità di garantire un futuro di eccellenza a tutti i giovani, che siano immigrati o che siano italiani”. Dichiarazioni, quelle del ministro, considerate tuttavia “razziste” da Ouidad Bakkali, deputata del Pd. “E’ veramente sconcertante e di cattivo gusto che il ministro dell’Istruzione snoccioli i dati relativi al livello di competenza di un istituto per prendersela con gli studenti stranieri e portare avanti la campagna islamofoba che la Lega sta imponendo al governo”. Lega che per prima, il 16 marzo scorso, aveva parlato di “deriva inaccettabile” attraverso l’eurodeputata Silvia Sardone.
Insomma, è finita come temeva proprio il dirigente scolastico Fanfoni, cioè una politicizzazione della decisione. “Abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro. I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza”, aveva spiegato il preside a Ilfattoquotidiano.it sottolineando di non poter “chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà” e sperando che “a nessuno venga in mente di politicizzare questa decisione presa dal consiglio d’istituto anticipando di un giorno l’inizio delle lezioni per garantire a tutti gli stessi diritti”.