Concettina Epifanio chiese e ottenne dalla Polizia un velivolo per esaudire i desideri del capocorrente, che voleva sorvolare l'Aspromonte insieme a Legnini. Per quella vicenda la giudice si salvò dal trasferimento d'ufficio: ora palazzo dei Marescialli la premia, grazie a un nuovo strappo del vicepresidente leghista
Nel 2018 chiese e ottenne dal questore un elicottero per esaudire i desideri di Luca Palamara, che sognava di sorvolare in grande stile il massiccio dell’Aspromonte. Ora la dottoressa Concettina Epifanio, 67enne presidente del Tribunale di Palmi, è stata premiata dal Consiglio superiore della magistratura: mercoledì il plenum l’ha promossa a capo della Corte d’Appello di Catanzaro con i consensi di tutto il centrodestra, laico e togato. Per farle ottenere il posto, ancora una volta, è stato però decisivo il voto irrituale di Fabio Pinelli, vicepresidente leghista dell’organo: grazie al suo sì – che in caso di parità vale doppio – Epifanio ha superato l’altra candidata, l’attuale reggente Gabriella Reillo. È la seconda occasione in cui Pinelli sposta gli equilibri verso una nomina gradita alla sua parte politica, violando la prassi dell’astensione seguita da tutti i suoi predecessori: era già successo in occasione della scelta del procuratore di Firenze, quando intervenne per garantire la vittoria a Filippo Spiezia nella sfida contro Ettore Squillace Greco, inviso alla maggioranza e ai renziani. In questo caso, grazie a lui, gli uffici di secondo grado di Catanzaro – da dove passano buona parte dei processi di ‘ndrangheta – saranno guidati da Epifanio, iscritta alla corrente conservatrice di Magistratura indipendente (vicinissima all’attuale governo), invece che da Reillo, esponente dei progressisti di Area (votata anche dai centristi di Unicost, da Mimma Miele di Magistratura democratica e dagli indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda, oltre che dai laici in quota Pd e 5 stelle).
Nella nomina, però, c’è un elemento di inopportunità in più. La neo-presidente della Corte, infatti, è stata coinvolta nello scandalo Palamara per i messaggi scambiati con l’ex pm radiato, ai tempi potente membro del Csm e ras della corrente UniCost. Dalle chat emerge come Epifanio, facendo leva su un’antica amicizia, tampinasse il collega per ottenere i voti del suo gruppo nella corsa al vertice del Tribunale di Palmi: “Luca carissimo, pare che finalmente oggi si dovrebbe chiudere la partita. Ti prego di non abbandonarmi. Senza il tuo appoggio non c’è storia. Di questo ne sono pienamente convinta e perciò ti sarò eternamente grata. Ti abbraccio affettuosamente”, scriveva l’8 novembre 2017. Una settimana dopo, il 15 novembre: “Luca carissimo buongiorno. Finirà oggi questo tormentoso stillicidio? Ancora una volta ti rinnovo la mia richiesta di aiuto. Ti abbraccio affettuosamente”. “Lo sai che tengo a te”, rispondeva Palamara. E lei: “E tu lo sai quanto io sia in debito con te. Se il miracolo riesce, so di chi sarà il merito!”. Il “miracolo” in effetti riuscirà, ed Epifanio verrà nominata presidente grazie ai voti di UniCost.
Neanche un anno dopo, la magistrata ha già l’occasione di sdebitarsi: il 29 giugno 2018 Palamara è atteso a Palmi per un convegno, dopodiché, il giorno successivo, deve recarsi a un evento in ricordo del padre Rocco (anche lui magistrato) a Santa Cristina d’Aspromonte, il paese d’origine della famiglia. Per omaggiare Palamara senior scenderanno in Calabria altri tre membri del Csm, tra cui l’allora vicepresidente, il dem Giovanni Legnini: il capo-corrente vuol regalare ai colleghi l’esperienza elettrizzante di un volo in elicottero sulle montagne della sua terra. Così si rivolge all’amica Epifanio, chiedendo di intercedere con le autorità locali. Lei si attiva subito e prova con il comandante provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia, che però si irrigidisce: dal Csm, fa notare alla giudice, non è arrivata alcuna richiesta formale. E le suggerisce di provare con la Polizia, nella persona del questore di Reggio Calabria, che invece si dimostra più disponibile. “Ciao Luca. Ho parlato con il questore per l’elicottero. La cosa è fattibile. Te ne vorrei parlare a voce. Quando ti posso chiamare senza disturbarti? Avevo parlato prima con il comandante dei Carabinieri ma mi ha sollevato qualche difficoltà“, riferisce Epifanio a Palamara il 20 giugno. E poi, sette giorni dopo: “Ciao Luca. Dimmi se può andar bene questo programma per sabato. Si parte da Palmi in elicottero per santa Cristina, si fa sosta in paese, si sorvola quindi sull’Aspromonte e si pranza velocemente sui piani di Carmelia sopra Delianuova, per poter rientrare a Palmi e dirigersi in macchina alla volta di Lamezia in tempo per prendere il volo. Che ne pensi?”.
Sulla vicenda la Procura di Catanzaro aveva aperto un fascicolo a modello 45 (senza indagati né ipotesi di reato) su segnalazione degli ispettori del ministero della Giustizia. L’indagine è stata archiviata il 2 marzo 2021: Epifanio, si legge nel provvedimento, si era fatta semplicemente “portatrice di una richiesta del senatore Legnini il quale desiderava effettuare un giro perlustrativo in elicottero che gli consentisse una migliore conoscenza del territorio aspromontino”, ma “dall’esame degli atti (…) non si rilevano elementi tali da ipotizzare, seppure in astratto, l’esistenza di fattispecie penalmente rilevanti”. La giudice era stata inoltre sottoposta dal precedente Csm a una procedura di trasferimento d’ufficio da Palmi per incompatibilità ambientale, pure quella conclusa in un’archiviazione (con cinque astensioni). Il motivo? Poiché le chat non hanno avuto grande risalto mediatico, secondo l’organo di palazzo dei Marescialli l’immagine di Epifanio non ne è stata compromessa. “Le conversazioni riportate non sono state oggetto di una propalazione sulla stampa”, fatta eccezione per “un unico articolo pubblicato da Il Giornale il 2 giugno 2020 nel quale vengono elencate alcune delle nomine deliberate nella consiliatura 2014-2018 ritenute merito del dott. Palamara”, si legge nella delibera. Pertanto, “la mancanza di un’ampia risonanza mediatica dei fatti (…) consente di escludere che ricorra uno strepitus fori tale da costituire indice della ripercussione della specifica vicenda sull’ imparzialità e indipendenza del magistrato, anche sul piano dell’immagine”. Ora la magistrata, grazie a Pinelli, si è ripresa tutto con gli interessi.