“La prima guerra mondiale è finita con la vittoria dell’Intesa, che ha voluto però stravincere e ha creato la premesse per la seconda guerra mondiale. La guerra fredda l’ha vinta la Nato e ha voluto stravincere e crea le premesse per un nuovo conflitto. Questo è il vero problema. I battibecchi tra Pinco Pallino, Mevio e Giangaleazzo non hanno nessuna importanza. Se l’opinione pubblica non si rende conto del fatto che la guerra atomica, come disse Einstein, vuol dire il ritorno all’età della pietra, siamo davvero al di sotto delle nostre responsabilità”. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) dallo storico Luciano Canfora, commentando le polemiche politiche e mediatiche sulla guerra in Ucraina e condividendo l’allarme lanciato ieri dal leader del M5s Giuseppe Conte sull’eventualità di una terza guerra mondiale.
“In realtà – sottolinea Canfora – l’allarme fu lanciato da Papa Francesco già molto tempo addietro, si addensavano nubi ben prima del febbraio del 2022. Non a caso il pontefice, spesso svillaneggiato da giornalisti di vario tipo, disse che la Nato abbaiava ai confini della Russia e parlò di guerra mondiale a pezzi. Poi Macron ci ha messo del suo, non so se per una bevuta di cognac in più, e ha parlato di uomini armati che dovranno andare in Ucraina. Tra l’altro – aggiunge – Macron non è informatissimo perché sul Corriere della Sera un importante e informatissimo giornalista come Guido Olimpio, da ben prima che questi toni si sprigionassero, parlò di istruttori della Nato presenti in Ucraina per addestrare le truppe”.
Lo storico poi cita alcuni passaggi del libro di Giorgia Meloni, Io, Giorgia, a riprova della incoerenza nella sua posizione sul conflitto in corso tra Russia e Ucraina: “Il libro è stato pubblicato nel 2021 ed è molto circolato nella campagna elettorale del 2022. Al capitolo 8 Meloni scrive: “Penso alla capacità dimostrata da Berlusconi di tenere l’Italia saldamente ancorata all’alleanza atlantica e nello stesso tempo costruire un dialogo con la Russia, mettendoci in una posizione di centralità sul piano internazionale, e riuscendo a porre le basi per iniziative come quella del gasdotto di South Stream che collegava la Russia con la nostra nazione“”.
E chiosa ironicamente: “Se devo prendere per buone queste affermazioni, posso pensare che il meno oltranzista e il meno desideroso di guerra tra i vari capi di governo della cosiddetta Unione Europea sia proprio la Meloni“.