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Voci di Gaza – “Ci sono ancora migliaia di malati oncologici in attesa di uscire, senza terapie moriranno. L’unico centro di cura è distrutto”

Il collasso del sistema sanitario della Striscia di Gaza, a causa degli attacchi agli ospedali e della mancanza di medicine e carburante per il normale funzionamento delle strutture, ha delle ripercussioni drammatiche anche sui malati oncologici, che necessitano di terapie salvavita e regolari esami e controlli. Eman Shannan è un’avvocata per i diritti delle donne ed ex paziente oncologica. Alcune settimane fa proprio per le sue condizioni di salute è riuscita a scappare dalla Striscia e oggi si trova in Giordania, dove si batte per aiutare le persone malate di tumore rimasti a Gaza senza possibilità di curarsi. “Ci sono 9mila pazienti in attesa di uscire da Gaza, moriranno se non avranno cure e terapie” dice in una testimonianza audio raccolta da Oxfam, partner della sua associazione. L’unico centro oncologico della Striscia è l’ospedale turco, distrutto due mesi fa. Ci sono poi 4mila donne private della cura ormonale da novembre”.

Oxfam ha inoltre evidenziato come i nuovi dati sulla fame a Gaza disegnino la strada verso la carestia. Un destino che sembra “inevitabile se Israele proseguirà la guerra”, limitando l’accesso agli aiuti umanitari. Questo nuovo rapporto mostra che i livelli catastrofici di fame a Gaza sono i più alti mai registrati sulla scala di Classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (IPC), sia in termini di numero di persone colpite che in percentuale sulla popolazione totale. – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mai prima d’ora abbiamo assistito all’evolversi di una situazione tanto grave nel giro di poco tempo. Tra pochi giorni la popolazione nel nord di Gaza si troverà ad affrontare una vera e propria carestia, situazione che si presenterà anche al sud molto presto senza un cessate il fuoco e una risposta umanitaria adeguata. Molti bambini stanno già morendo di fame mentre la comunità internazionale resta inerte“. Le responsabilità di questa situazione “sono da attribuire a Israele che continua a non consentire l’ingresso a Gaza di cibo e altri beni essenziali alla sopravvivenza. Ormai da 5 mesi la fame viene usata come arma di guerra, mentre paradossalmente le condizioni sono ulteriormente peggiorate da quando la Corte Internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di consentire l’intervento umanitario. La portata della catastrofe umanitaria in corso è tale da rappresentare un rischio reale di genocidio

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/