Ora questa donna ha un volto grazie al lavoro in 3D dell’esperto forense brasiliano Cícero Moraes
La donna “vampiro” del 1600 col mattone in bocca ora ha un volto in 3D. Come riportavano diverse riviste scientifiche online il ritrovamento di uno scheletro femminile con un mattone tra i denti è avvenuto durante gli scavi sull’isola del Lazzaretto Nuovo, a Venezia, nel 2006. Lo scheletro venne ritrovato in una fossa comune utilizzata nel XVI secolo per seppellire le vittime dell’epidemia di peste. Ora questa donna ha un volto grazie al lavoro in 3D dell’esperto forense brasiliano Cícero Moraes. Nel XVI secolo, incolpare i vampiri per la diffusione delle malattie era una superstizione comune in alcune parti d’Europa.
La credenza fu probabilmente diffusa dai becchini dell’epoca, i quali, quando riaprirono le fosse comuni per seppellire nuovi corpi, furono spaventati dallo stato di decomposizione degli appestati. Vedendo i fluidi corporei nella bocca dei cadaveri, credevano che i morti si nutrissero di altri corpi. In alcuni casi, i sudari posti sulle bocche dei cadaveri potrebbero essersi decomposti, dando origine all’idea che i vampiri in qualche modo ottenessero forza mangiando questi pezzi di stoffa. Analizzando il cadavere ritrovato in Italia, i ricercatori hanno ipotizzato che il mattone venisse inserito intenzionalmente nella bocca della donna dai becchini per impedirle di diffondere la peste mordendo altre vittime.
Per ricostruire il volto della donna Moraes ha prima delineato le viste frontale e laterale del cranio, nonché le arcate dentarie, utilizzando misurazioni e proiezioni del cranio reale. Una scansione TC del volto di un individuo moderno è stata utilizzata anche come riferimento per adattare i contorni del cranio antico. Inoltre, il ricercatore ha creato una replica del mattone posto nella bocca del “vampiro”.