A fine novembre 2023 il professor Philippe Grandjean, esperto di fama mondiale sugli impatti sanitari dei Pfas (composti poli e perfluoroalchilici), durante il processo in corso in Veneto per disastro ambientale che vede sul banco degli imputati alcuni ex dirigenti della Miteni, ha dichiarato che queste sostanze sono “il nuovo amianto”, in quanto non provocano danni acuti ma a lungo termine.

Una affermazione drammaticamente calzante, che rende purtroppo al meglio qual è la pericolosità di questi composti chimici per tutte e tutti noi. Un pericolo ancora poco conosciuto, ma che sta salendo sempre più spesso agli onori delle cronache, come dimostra anche il recentissimo reportage sui Pfas realizzato da Presadiretta su Rai3.

Ma cosa sono i Pfas e perché sono nocivi per l’ambiente e le persone?

I Pfas sono un gruppo di migliaia di sostanze chimiche di sintesi prodotte dalle industrie, ancora oggi ampiamente usate perché in Italia non esiste una legge che ne vieti la produzione e l’utilizzo. Introdotti sul mercato globale nel secolo scorso, hanno trovato ampia applicazione perché idrorepellenti, stabili e resistenti alle alte temperature. Per le loro proprietà, pur essendo pericolosi per la nostra salute, trovano impiego in una vasta gamma di applicazioni industriali e prodotti di largo consumo, tra cui:

– imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, carta da forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici;
– capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento, capi in pelle;
– nell’industria galvanica (in particolare cromatura), scioline, cosmetici, gas refrigeranti, nell’industria elettronica e dei semiconduttori, nell’attività estrattiva dei combustibili fossili, in alcune applicazioni dell’industria della gomma e della plastica, nelle cartiere, nei lubrificanti, nei trattamenti anticorrosione, nelle vernici, in prodotti per l’igiene e la pulizia e nelle schiume antincendio.

Una volta dispersi in natura, possono rimanere nell’ambiente per tantissimo tempo. Queste sostanze, infatti, si degradano in tempi lunghissimi, tanto da essere chiamate “inquinanti eterni”. Il loro uso massiccio ha permesso ai Pfas di invadere ogni angolo del globo: dalle vette remote più incontaminate fino ai poli, dagli animali marini come i cetacei a ecosistemi lontani dalle attività dell’uomo, dalla pioggia fino all’acqua di rubinetto delle nostre case.

Le persone in tutta Europa sono esposte ai Pfas attraverso gli alimenti, l’acqua potabile, l’aria, numerosi prodotti di consumo e i materiali presenti nelle nostre case e nei luoghi di lavoro. Nel corpo umano queste sostanze sono state trovate nel sangue, nelle urine, nella placenta, nel cordone ombelicale e persino nel latte materno. L’esposizione ai Pfas è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute. Problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, riduzione del peso alla nascita dei neonati, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo e riduzione della risposta immunitaria ai vaccini, diabete gestazionale, impatto negativo sulla fertilità, oltre che alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli. Di recente, infatti, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha completato le valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al gruppo dei Pfas, classificando il Pfoa come “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1) e il Pfos come “possibile cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B).

In Italia, il Veneto è da anni teatro di uno dei più gravi casi di contaminazione da Pfas nel continente europeo. Tuttavia, abbiamo svelato di recente la presenza di Pfas anche nelle acque potabili di diversi comuni in Lombardia e nelle acque di Milano. Successivamente, abbiamo scoperto che neppure il Piemonte e la Toscana sono immuni: con i Pfas nessuno può dirsi al sicuro.

Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana: l’inquinamento da Pfas è un’emergenza nazionale fuori controllo. Per quanto tempo ancora il nostro governo continuerà a ignorare il problema, condannando interi territori a subire gli effetti dell’inquinamento? Serve subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose molecole, non c’è più tempo da perdere.

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