E prescrizione fu. A cinque anni dal rinvio a giudizio, il Tribunale di Reggio Calabria non ha potuto fare altro e, prima di chiudere il dibattimento, ha dovuto dichiarare la prescrizione per la presidente dell’associazione antimafia “Riferimenti” Adriana Musella, accusata di appropriazione indebita e malversazione. Sono prescritte anche le due ipotesi di reato di abuso d’ufficio contestate alla dirigente dell’istituto d’istruzione superiore “Piria” di Rosarno Maria Rosaria Russo.
Entrambe erano state mandate a processo nel febbraio del 2019 su richiesta dell’allora procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gerardo Dominijanni, oggi procuratore generale, e del sostituto Sara Amerio. Le due imputate erano finite al centro di un’inchiesta sull’utilizzo dei fondi che l’associazione “Riferimenti” riceveva dagli enti pubblici che ne finanziavano l’attività. Fondi che, stando ai pm, Adriana Musella non avrebbe utilizzato per gli scopi stabiliti subendo anche un sequestro che, inizialmente, era di 75mila euro (poi ridotto a 20mila perché alcuni presunti reati erano andati prescritti già in fase di indagine).
Stando all’impianto accusatorio, messo in piedi grazie all’attività investigativa della guardia di finanza, Musella avrebbe utilizzato parte dei fondi che le erano stati erogati per viaggi, pranzi, soggiorni in hotel ed acquisti di beni di consumo. Nelle carte delle fiamme gialle, che avevano acquisito la contabilità dell’associazione antimafia, era finito di tutto: dal libro di cucina a quello sulla dieta Dukan passando per le stecche di sigarette, gli strumenti musicali, le cartelle esattoriali di Equitalia e gli arredi che, per tipologia e colore “non corrispondevano” con quelli trovati nella sede dell’associazione.
Per quanto riguarda, invece, le accuse di abuso d’ufficio alla preside Maria Rosaria Russo, si tratta di soldi pubblici che nel 2015 la dirigente scolastica, nella qualità di responsabile reggente del liceo scientifico di Roccella Jonica, avrebbe speso per acquistare 620 copie di due libri editi da “Riferimenti”, di cui era socia e coordinatrice nazionale del settore scuola. Il tutto procurando, secondo i pm, “intenzionalmente alla stessa (associazione, ndr) un ingiusto vantaggio patrimoniale” di 6.200 euro. Si tratta di presunti reati che sarebbero stati commessi tra il 2012 e il 2016. Troppo datati per consentire a giudici di arrivare una sentenza di primo grado. Ecco perché al Tribunale non è rimasto che dichiarare la prescrizione. A pochi mesi dalle elezioni comunali di Gioia Tauro dove la preside Maria Rosaria Russo è candidata “in pectore” a sindaco.