Così come inaspettatamente si fa figura cruciale e di spicco, la 76enne Camilla, “regina e matrigna”, sorta di presenza ossessiva pseudo paterna, presente ovunque da oltre trent’anni a riempire il vuoto della mamma bionda morta con quel sorriso di ragazza
Chissà se in queste ore il telefono di William, o quello di Harry, è suonato. Due parole gentili, in un momento così inatteso e difficile per il principe erede al trono, sarebbero la cosa più giusta e naturale. Oltre gli odi, oltre le formalità, oltre la storia. Nel giro di un paio d’anni sono fuggiti negli Stati Uniti fratello e cognata, se ne sono andati il nonno Filippo e l’amata nonna regina Elisabetta. Carlo III, giunto sul trono ad età veneranda, ora sta così male che le prove per una nuova incoronazione sono già state avviate. Infine, come se non bastasse, la moglie Kate inizia un duro ciclo di chemioterapia. William pare già quella figura triste e malinconica, re solitario e ramingo, che non può più mettere in bacheca le foto della famiglia allargata con lui al centro, giovane sovrano. Gli degli Windsor danno e tolgono senza chiedere permesso.
Una situazione amaramente inedita per la monarchia britannica e per quel sovrano che all’improvviso diventa re, anche se ancora non lo è, che ha veleggiato per quasi un secolo seguendo i cicli naturali e molto allungati della vita. E sembra ieri quando l’anello che Carlo offre a Lady Diana ritorna prezioso oggetto di un nuovo patto di unione reale dalla mano di William all’anulare di Kate. La ragazza della porta accanto. Una commoner non proprio aristocratica.
Così come inaspettatamente si fa figura cruciale e di spicco, la 76enne Camilla, “regina e matrigna”, sorta di presenza ossessiva pseudo paterna, presente ovunque da oltre trent’anni a riempire il vuoto della mamma bionda morta con quel sorriso di ragazza che William porta stampato sul viso da quando è bambino. Sarà con Camilla che William dovrà misurare gli istanti più delicati e ufficiali che si prospettano come ombre lunghe nei prossimi mesi. Ci vorrà forza e resistenza, per quel principe che torna a camminare e respirare alla pari di ogni suddito, in cui l’essere vivente si spoglia di corone e pompa magna diventando pedina qualunque di un cosmo ieratico e incontrollabile che prende la forma di una tragedia shakespeariana. In attesa di un colpo di scena. Di una mano tesa tra fratelli per salvare la Corona dall’oblio del tempo.