Dopo l’attentato nella sala da concerti Crocus City Hall di Mosca di venerdì 22 marzo, che ha causato la morte di almeno 93 persone, è arrivata la rivendicazione da parte dell’Isis K, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Conosciuto anche come Wilayat Khorasan, il gruppo è la branca afghana dell’Isis apparsa per la prima volta nel 2014. Il nome Khorasan si traduce in “La terra del sole”, e secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali, si riferisce a una regione storica che comprende parti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan.
Wilayat Khorasan si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca questi tre Paesi, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Una chiara minaccia per la Russia, che non dimentica le ribellioni islamiste nel Caucaso settentrionale, in particolare in Daghestan e in Cecenia con le due guerre degli anni ’90 e una lunga serie di sanguinosi attentati che fecero stragi di civili in varie città russe, compresa la capitale. Oggi è Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir, il leader del gruppo: secondo il Dipartimento di Stato Usa, l’emiro è stato nominato nel giugno 2020. E sotto la sua guida, come altri gruppi terroristici, l’Isis-K prende di mira le forze statunitensi, i loro alleati e i civili.
A differenza di altre organizzazioni, l’Isis-K ha combattuto apertamente anche contro altre organizzazioni islamiche estremiste, come i talebani: sono loro i responsabili dell’attentato suicida all’aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021. Ed era pronta ad attivarsi anche contro le comunità ebraiche come vendetta per le operazioni israeliane a Gaza: solo due settimane fa, i servizi d’intelligence russi hanno rivendicato di aver eliminato una cellula dell’Isis che pianificava un attacco contro una sinagoga proprio a Mosca.
Solo pochi giorni fa, ha riferito la Cnn, gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia del rischio di attacchi da parte dell’Isis-K, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Una rivendicazione, quella degli islamisti, che ha avuto l’effetto di spegnere sul nascere o almeno di smorzare le tensioni tra Washington e Mosca sulla matrice dell’attacco e sul presunto ruolo di Kiev. In tarda serata, come detto, lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato su Telegram. Nella rivendicazione, citata dal Guardian, si legge che i “combattenti dello Stato Islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendone centinaia e causando grande distruzione nel luogo prima che tornassero sani e salvi alle loro basi”.