Sarà quella di sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino la nuova poltrona di Carlo Fuortes. L’ex amministratore delegato della Rai è stato nominato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Auguro buon lavoro al Sovrintendente Fuortes, che con il suo mandato è chiamato a rilanciare una delle maggiori istituzioni culturali della Nazione, risanata grazie all’opera del commissario straordinario Onofrio Cutaia cui rendo merito, e a dare lustro alla sua vocazione internazionale”, ha detto l’esponente del governo di Giorgia Meloni. “Sono felice e onorato di poter contribuire nel ruolo di Sovrintendente alla grande storia di questo Teatro che dal 1933 arricchisce il patrimonio musicale del nostro Paese. Il Maggio Musicale Fiorentino è una delle più prestigiose tra le istituzioni che rappresentano l’eccellenza culturale italiana nel mondo”, è invece il commento di Fuortes, subito dopo la nomina.
Alla fine, dunque, il governo Meloni ha onorato i suoi debiti. Fuortes, infatti, si era dimesso da amministratore delegato della Rai l’8 maggio dell’anno scorso e in cambio l’esecutivo aveva promesso di ricompensarlo con un incarico di prestigio. Per mesi si era discusso della nomina al vertice del Teatro San Carlo di Napoli, che si era concretizzata ad agosto. Per fare spazio all’ex numero numero uno di viale Mazzini, l’esecutivo aveva varato un decreto – subito ribattezzato decreto Fuortes – che rende illegittima la possibilità di guidare le fondazioni lirico-sinfoniche agli ultrasettantenni. In questo modo è stato messo fuorigioco Stéphane Lissner. Che però non si è arreso: il direttore francese ha fatto ricorso al tribunale, ha vinto, ed è stato reintegrato al vertice del teatro napoletano. Fuortes, dunque, si è trovato senza incarico. Adesso ha trovato lavoro a Firenze.
Sessantaquattro anni, nella sua lunga carriera Fuortes è stato direttore generale del Palazzo delle Esposizioni e delle Scuderie del Quirinale di Roma, amministratore delegato dell’Auditorium Parco della Musica della Capitale, commissario straordinario del Petruzzelli di Bari, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma. Poi la nomina in Rai, decisa dal governo di Mario Draghi, prima delle dimissioni, arrivate per consentire a Giorgia Meloni di nominare un nuovo ad, più vicino alla sua linea.