A decidere di eliminare la consigliera comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco, uccisa in un agguato il 14 marso del 2018, sarebbero stati i fratelli Domingos e Chiquinho Brazão, esponenti di una potente famiglia politica carioca con ramificazioni in tutti i livelli istituzionali del Paese e interessi economici concentrati soprattutto nella zona ovest della città. I due sono stati arrestati questa mattina dalla polizia federale del Brasile in un colpo di coda dell’inchiesta che, dopo anni di rallentamenti e tentativi di insabbiamento a Rio de Janeiro, era stata lo scorso anno ‘federalizzata’ dal ministero della Giustizia. Con la garanzia della procura nazionale e l’azione della polizia federale le indagini hanno subito un’accelerazione.

Oltre ai presunti mandanti è finito in manette anche l’organizzatore dell’assassinio e principale responsabile dell’insabbiamento del caso: l’allora capo della polizia Rivaldo Barbosa. Sarebbe stato lui secondo le ricostruzioni a pianificare l’agguato e dare il via libera per eseguirlo, garantendo l’impunità per i coinvolti. Barbosa era stato scelto per ricoprire la delicata posizione appena 24 ore prima dell’assassinio dal generale dell’esercito Walter Braga Netto che, prima di diventare ministro del governo Jair Bolsonaro, aveva guidato a Rio il comando militare cui era stata affidata la responsabilità del commissariamento della Pubblica sicurezza disposto dall’allora governo di Michel Temer. Un mese prima dell’omicidio, Marielle Franco era stata a sua volta nominata relatrice di una commissione di inchiesta istituita in consiglio comunale sugli abusi e violazioni dei diritti umani denunciati nel corso dell’attività repressive delle forze armate nelle favelas di Rio.

Determinante per arrivare sia ai presunti mandanti che alle responsabilità dei poliziotti infedeli, è stata la collaborazione con la giustizia di Ronnie Lessa che dal 2019 è in carcere indicato come l’esecutore materiale dell’omicidio. Lessa ha recentemente rotto il silenzio e deciso di parlare dopo una scelta analoga del suo presunto complice, Elcio de Queiroz, che aveva raccontato alla polizia di aver partecipato al delitto come autista, ma che a premere il grilletto era stato Lessa. Nei verbali di collaborazione inseriti nel fascicolo la scorsa settimana ha fornito i dettagli sulla pianificazione dell’omicidio e sulle attività della famiglia Brazão, attiva in diversi settori economici a partire dalla zona ovest della città dove è forte la presenza di ‘milizie’, organizzazioni criminali paramilitari composte principalmente da ex poliziotti e militari corrotti. Lo stesso ambiente criminale dove operava il gruppo di sicari ‘a cottimo’ a cui appartenevano Lessa e Queiroz.

L’ex deputato federale Marcelo Freixo (oggi presidente della Embratur) ha definito la famiglia Brazão rappresenta “un progetto politico” che conta su “consiglieri comunali, deputati statali, federali e magistrati”. “L’operazione della Polizia federale di oggi – ha scritto su X – ci aiuterà a comprendere il rapporto tra criminalità e politica in questo progetto. Questa inchiesta non riguarda solo il caso Marielle, ma fotografa una Rio de Janeiro in cui criminalità, politica e polizia non vivono separate e dove uccidere è un modo di fare politica”, ha aggiunto Freixo, di cui Marielle Franco era stata collaboratrice parlamentare e assistente nella commissione di inchiesta sulle milizie nel 2006.

“È una domenica di grande dolore, ma anche di giustizia”, ​​ha detto Marinete da Silva, madre di Marielle, a GloboNews. La sorella Anielle, oggi ministra per l’uguaglianza razziale ha definito su X l’operazione come “un grande passo per ottenere le risposte che aspettiamo da anni“. Per la vedova Monica Benicio “se da un lato il nome della famiglia Brazão non stupisce, il nome Barbosa è stato senza dubbio una grande sorpresa, considerando che fu il primo a ricevere la famiglia il giorno successivo e abbracciandoci affermava che la soluzione del caso sarebbe stata una priorità per la Polizia civile”.

Resta intanto il mistero sul movente, su cui la magistratura e la polizia annunciano di voler togliere il riserbo nelle prossime ore. Tutto indica che la decisione sia maturata nell’ambito dell’azione delle milizie più di una volta denunciate da Mariele Franco in relazione all’attività di lottizzazione abusiva e costruzioni illegali nella zona ovest, dove il dominio di questi gruppi vede il settore edilizio come una delle principali fonti di arricchimento.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Voci di Gaza – “Non è rimasto in piedi nemmeno un edificio, tutto è stato spazzato via. Serviranno anni per tornare a una vita normale”

next
Articolo Successivo

Repressione nero su bianco: l’Arabia Saudita avrà un codice penale

next