La piccola vittima era seduta ad un tavolo al chiosco di tacos della sua famiglia: è stata immediatamente trasferita in ospedale in gravissime condizioni ma non è riuscita a sopravvivere
Si slaccia dal seggiolino posteriore, si mette alla guida ed investe una bambina di 2 anni. La tragedia è avvenuta sabato scorso a Sacramento, in California. L’evento ha suscitato molto scalpore negli States e non solo, tanto che sono apertissimi i dibattiti su eventuali colpevolezze. Ma vediamo cos’è successo. Il papà del bambino (3 anni) lo aveva lasciato da solo nel furgone perché doveva passare velocemente in un negozio. Uscito dal mezzo, il piccolo è andato fino al lato del conducente e si è messo al volante. L’uomo, credendo che in quei pochi istanti di assenza non succedesse nulla, aveva lasciato accesa la vettura. La decisione si è poi rivelata un errore fatale.
Il piccolo di 3 anni ha premuto sull’acceleratore ed ha investito una bimba di qualche mese di meno. Lei, seduta ad un tavolo al chiosco di tacos della sua famiglia, è stata immediatamente trasferita in ospedale in gravissime condizioni ma non è riuscita a sopravvivere. “All’improvviso ho sentito solo urlare. Sono corso, ho aperto la portiera del furgone e ho tirato il freno a mano, pensavo di poterlo fermare, ma era già troppo tardi“, ha dichiarato in lacrime alla Cbs il padre della bimba uccisa, Sandro Sanchez, che ora reclama a gran voce giustizia: “Voglio giustizia per la mia bambina, perché hanno lasciato da solo un bimbo in un furgone”, ha detto.
La questione è molto più intricata e controversa di quanto si possa immaginare. Lasciare un bambino solo in un veicolo in moto non può essere etichettato come un incidente. Nessun arresto né tantomeno denunce al momento. Gli agenti si riserveranno di svolgere “un’indagine approfondita” per fare maggiormente chiarezza sulla questione. Ciò che verrà poi raccolto sarà inoltrato all’ufficio del procuratore distrettuale di Yolo, che si riserverà l’attenta valutazione del caso per decidere se sporgere denuncia o meno nei confronti dell’uomo che ha lasciato il figlio incustodito.