Quattro pagine scritte a mano da Silvio Berlusconi due giorni prima di morire, il 10 giugno 2023. Fogli in cui l’ex premier, dal suo letto d’ospedale al san Raffaele di Milano, rispondeva a immaginarie domande su Forza Italia, il partito che ha fondato nel 1994. A scegliere di diffonderli è stata la figlia primogenita Marina, allegandoli alla prefazione del nuovo libro di Paolo Del Debbio (In nome della libertà. La forza delle idee di Silvio Berlusconi) pubblicata in anteprima sul Corriere della sera. “Ma, presidente, che partito è Forza Italia?”, chiede Berlusconi a se stesso in una grafia affaticata. Risposta: “Forza Italia è il partito del cuore, Forza Italia è il partito dell’amore, per i propri figli, per i propri propri nipoti, per tutti. Forza Italia è il partito che crede in Dio e nel suo amore per tutti noi. Forza Italia è il partito che aiuta chi ha bisogno. È il partito che dà a chi non ha. Forza Italia è il partito della casa che dovremmo avere tutti. Forza Italia è il partito del mondo senza frontiere, del mondo che si ama, del mondo unito e rispettoso di tutti gli Stati”.

E poi, ancora: “Forza Italia è il partito del mondo che ama la pace, del mondo che considera la guerra la follia delle follie, dove si uccidono degli altri che nemmeno si conoscono, Forza Italia è il partito del mondo senza frontiere, degli Stati che si aiutano l’un l’altro. Forza Italia è il partito della libertà della democrazia, del cristianesimo, è il partito della dignità, del rispetto di tutte le persone, è il partito del garantismo della giustizia giusta. Ripeto, Forza Italia è il partito della libertà. Forza Italia è il partito per me, per te, per tutti noi“. “Ah, appunto, dimenticavo. Ma lei di che partito è?”, chiede l’immaginario intervistatore. E Berlusconi: “Sono anch’io di Forza Italia, del partito che ho fondato io, che vorrei possa essere così, convincendo tutti i cittadini dell’Italia e del mondo”.

“Un documento tragico e grande“, lo definisce Marina nella prefazione al libro di Del Debbio. Un lascito, scrive, che testimonia “la fragilità dell’uomo, ma, assieme, la grandezza di Silvio Berlusconi. Perché solo un uomo grande come lui, a poche ore dalla morte, dilaniato dal male che se lo stava portando via, poteva ritrovare il coraggio, la forza, la determinazione per ribadire ancora una volta, sapendo che sarebbe stata l’ultima, l’attaccamento a tutto quello per cui si è sempre battuto, per comporre il suo ultimo inno all’amore, amore per la famiglia, amore per gli altri, amore irriducibile per la libertà e la democrazia, per la pace e la giustizia, amore sconfinato per la creatura che ha fondato su questi valori, quella Forza Italia cui ha dedicato trent’anni della propria vita”.

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