Un migliaio di persone ha attraversato Genova per contestare il progetto della funivia che dovrebbe collegare la Stazione Marittima della città con Forte Begato. Il costo dell’opera, finanziata con fondi statali del Piano Nazionale Complementare (PNC), si aggira oggi intorno ai 40,5 milioni di euro, ai quali si andrà ad aggiungere un milione all’anno di manutenzione ordinaria, a carico dell’Azienda di mobilità e trasporto pubblico locale. Il corteo animato dal comitato “Con i piedi per terra” segue due anni di mobilitazioni per scongiurare la costruzione di questa funivia, che prevede quattro piloni da oltre 60 metri dei quali due conficcati tra i palazzi del quartiere ultra-cementificato del Lagaccio, costruito su un rio tombato e già oggetto di dissesto idrogeologico. “Contestiamo il progetto perché avremo il rumore e il disagio delle cabine, dei piloni e dei cavi che sorvoleranno le nostre case senza alcun vantaggio trasportistico – spiegano i manifestanti – visto che la funivia è concepita sostanzialmente a uso e consumo dei flussi turistici provenienti dalle navi da crociera. Così dalla stazione di Principe fino a piazza De Ferrari si sono riuniti i comitati e le associazioni di Oregina e Lagaccio, diversi esponenti dell’opposizione e ambientalisti: “Ci siamo messi i caschi in testa perché non tengono conto dei nostri bisogni e vogliono farci convivere con il timore di carichi sospesi in quartieri dove l’unico spazio libero rimasto è il cielo, ma noi non ci arrendiamo all’idea di una città in svendita al miglior offerente”. Sono tre i ricorsi pendenti sul fronte dell’impatto ambientale e la sostenibilità economica del progetto: “Crediamo che il progetto si possa ancora fermare con le azioni legali che abbiamo presentato e con la mobilitazione dei residenti – spiega Antea Guzzi per il comitato ‘Con i piedi per terra’ – dal Comune a oggi non ci hanno dato segno di vita e si sono ben guardati dal presentare al quartiere il progetto. Non sono neanche state considerate alternative molto più economiche come il potenziamento della cremagliera di Granarolo, che sarebbe più che sufficiente allo scopo di portare turisti e genovesi sui forti dando pure un servizio utile a chi vive il quartiere”.
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