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“Non sono morto e non faccio porno come dicono”: ecco che fine ha fatto il “Lupo Lucio” della Melevisione

Guido Ruffa, l'uomo dietro Lupo Lucio: "Le fake news mi hanno dato per morto tre volte"

di F. Q.

Vestendo i panni di “Lupo Lucio” ne La Melevisione ha scritto una pagina della televisione per ragazzi poi però, quando la trasmissione ha chiuso i battenti, si è ritrovato vittima di fake news che lo hanno dato per morto tre volte e che insinuavano che odiasse i bambini e si fosse dedicato al porno. E così ora Guido Ruffa, l’attore che ha dato vita al celebre Lupo Lucio nella Melevisione, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Le fake news mi hanno dato per morto tre volte“, ha dichiarato a Fanpage. “Hanno pubblicato interviste che non ho mai rilasciato. Da un lato mi viene da ridere conoscendo sia Fata Lina, Paola D’Arienzo, che la Principessa poi Regina Odessa, Carlotta Iossetti. Ma poverine, perché rovinare la vita anche a loro? C’è stato un momento in cui ho detto: ‘Fatemi conoscere chi ha tirato fuori questa storia. Voglio vederlo per capire il suo quoziente intellettivo a che livello sia’. Se una persona non ti piace, perché devi rovinargli la vita?”.

Ruffa ha anche raccontato come è nato il personaggio di Lupo Lucio: “Ricordo bene il giorno in cui tutto è cominciato. Lavoravo in Rai, a Torino, e mi chiamarono per dare la voce a una radio. Era la famigerata Radio Gufo della Melevisione. Iniziai con quella poi, tramite mezzucci tecnici, diedi la voce anche a molti altri personaggi, come il pozzo. Fabio Farronato interpretava Lupo Losco ma lo chiamarono a lavorare a Roma e non poteva più dare disponibilità piena a Torino. Ero in ferie con la mia compagna e mi chiamarono dicendo di andare subito in Rai. Mi portarono a prendere le misure del costume, poi al trucco, poi mi vestirono e mi fecero entrare in una stanza: ‘Questa è una puntata, leggila che poi dovrai recitare. Tanto tu hai un’ottima memoria vero?’. Io mentii spudoratamente: ‘Certo’. Ero agitatissimo. C’era un dialogo, poi una filastrocca lunghissima molto divertente di cui le prime tre parole erano giuste e il resto penso di essermelo inventato (ride, ndr) e poi c’era la canzone del lupo. Il modo di parlare di Lupo Lucio è nato proprio dalla mia esigenza di avere il tempo di ricordarmi cosa dire”.

“Per me, Lupo Lucio è croce e delizia”, ha quindi concluso Ruffa. “Ci sono stati momenti in cui non lo sopportavo più, dicevo: ‘Chi sei? Cosa vuoi da me?’. Non riesco a staccarmelo. Ricordo quando girai un film importante, in costume, dove io ero cattivissimo. Arrivò il regista e mi disse: ‘Io so chi sei, tu sei il lupo’. Sì, ho fatto anche quello. Credo che sopravviverà alla mia immagine. Per certi versi, però, sono anche contentissimo perché vuol dire che chi ha scritto questo personaggio, chi gli ha dato la parola e io che l’ho interpretato, eravamo in sinergia. Non abbiamo sbagliato niente”.

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