“Siamo al sesto mese di guerra e non ci stiamo abituando. Non sta diventando più facile”. In questa testimonianza audio proveniente da Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, un’operatrice Oxfam che da mesi è sfollata con la sua famiglia riflette sul futuro e sulle conseguenze, non solo psicologiche, di questi mesi di guerra. “Anche se ci fosse un cessate il fuoco domani, le conseguenze rimarrebbero con noi per molto tempo. Ci vorranno anni per tornare a una parvenza di normalità, non solo dal punto di vista psicologico e di quello che abbiamo sopportato, ma anche a livello di vita quotidiana. Il livello di distruzione è enorme, difficilmente si trova un edificio rimasto in piedi o una strada percorribile”. Servirà molto tempo e molti fondi dedicati solo alla ricostruzione. “Andrà ripensato anche il senso di comunità, che ora si è completamente perso. L’abbandono della propria casa e della propria vita costruita in anni e anni ci ha sradicato da tutto”.
In questi giorni Oxfam ha rinnovato l’appello al governo perché sblocchi i fondi del 2022 all’Unrwa e chieda a Israele l’apertura di nuovi valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari. “Le conclusioni del Consiglio europeo del 21 marzo – ha dichiarato Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – rappresentano un deciso passo in avanti delle posizioni europee su alcuni aspetti decisivi per il futuro di oltre 2 milioni di persone allo stremo a Gaza, superando di gran lunga le ‘timide’ posizioni italiane. Due sono i concetti chiave : il primo è che i servizi forniti dall’Unrwa a Gaza e in tutta la regione sono essenziali. Il secondo è che la Commissione europea, così come altri paesi, hanno già ricominciato a garantire il loro sostegno finanziario alla crisi. Del resto alti funzionari europei, responsabili per gli aiuti umanitari, hanno dichiarato recentemente che non hanno ricevuto prove da parte di Israele circa le accuse rivolte ai dipendenti dell’agenzia Onu. A questo punto cosa aspetta il nostro Governo non solo a sbloccare i soldi promessi nel 2022, ma anche a prevederne per l’immediato uso nella crisi attuale?”
Il racconto fa parte di una serie di testimonianze raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.
LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/