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Dalla maglia a righe e l’acconciatura identiche ad un video del 2017 all’anello che “sparisce”: l’annuncio di Kate Middleton nel mirino dei complottisti

All’indomani dalla diffusione del video di Kate, il nome “Principessa del Galles” su X ha toccato 227.000 hashtag e termini di ricerca, mentre anche su TikTok le versioni #CatherineMiddleton, #WhereIsKate (dove è Kate) e #KateMiddletonConspiracy sono andate per la maggiore

di Antonella Zangaro

I principi del Galles hanno ringraziato, “commossi”, per i tantissimi messaggi di amore e sostegno ricevuti da quando, venerdì 22 Marzo, Kate ha rivelato al mondo la sua battaglia contro il cancro. La decisione di parlare a cuore aperto della sua malattia sarebbe arrivata “per fermare tutti quelli che in questo periodo hanno speculato con tanta crudeltà” su di lei. A rivelarlo sarebbero stati alcuni amici della coppia reale ai tabloid.

All’apparenza, dal momento in cui il video registrato a Windsor, due giorni prima, ha letteralmente inondato ogni piattaforma, il vento del sentire popolare sembrava essere girato. La macchina della solidarietà e dell’indignazione ha sfoderato l’artiglieria pesante schiacciando con tutta la sua forza il divampare di ogni parola “di troppo”. Sotto il suo peso ci è finito chiunque osasse solo nominare la principessa del Galles che da tanti è stata ingiustamente derisa per più di due mesi.

Scrivendo quel nome si entra nel tritacarne dell’odio e del disgusto: “Sciacalli” è l’insulto più gettonato anche verso chi fa semplicemente il suo lavoro di cronista, si attiene ai fatti e nulla ha a che vedere con le follie degli anonimi “detective” del web. Via via, dal 17 gennaio, giorno del primo annuncio sull’intervento addominale di Kate, il potere di X, Reddit e TikTok è cresciuto a dismisura dando fiato a gossip e congetture oggi da molti rinnegati. Tutti coloro che hanno cercato sui social risposte a dubbi irrisolti oggi si fanno giudici impietosi: “Ci vuole rispetto, lasciatela stare”.

Ma, a ben guardare i numeri analizzati anche dal Times nel fine settimana, questa è solo una parte della verità perché le cose non stanno così. Le voci dei cospirazionisti non si sono zittite affatto e i social media sono ancora pervasi di nuove insinuazioni e folli congetture. All’indomani dalla diffusione del video di Kate, il nome “Principessa del Galles” su X ha toccato 227.000 hashtag e termini di ricerca, mentre anche su TikTok le versioni #CatherineMiddleton, #WhereIsKate (dove è Kate) e #KateMiddletonConspiracy sono andate per la maggiore. La prova numerica che la fame di notizie sulla donna che ha monopolizzato il web e l’opinione pubblica per settimane non è mai veramente calata è inconfutabile, con buona pace di chi grida all’indignazione, con lo stesso appetito.

Il fallimento della macchina della comunicazione dei reali ha creato un precedente violentissimo le cui proporzioni sono ancora da stimare. Il combinato disposto tra l’aver taciuto a lungo prima di riprendersi in mano le fila della narrativa sullo stato di salute di Kate e la pubblicazione della foto manipolata ha comportato un effetto valanga che ancora non accenna a fermarsi. “La peggior speculazione mai vista”, il commento di un esperto di cose reali al Daily Mail.

Quello che sta accadendo, infatti sarebbe una “rivittimizzazione” di Kate ancora bersaglio di nuove teorie e congetture strampalate che anziché placarsi continuano ad attrarre milioni di visualizzazioni sui social. Quella che va per la maggiore teorizza che persino il video che è stato diffuso venerdì sia un falso, opera dell’intelligenza artificiale. “La maglia a righe indossata dalla principessa, così come la sua acconciatura sono le stesse già viste nel 2017” in una clip in cui compariva insieme a William ed Harry per una campagna sociale di sensibilizzazione sulla salute mentale. Poco conta che i jeans indossati nell’ultimo video pieno di dolore e compostezza siano più chiari e che la maglia in oggetto sia l’indumento più indossato in primavera tra le donne e le mamme londinesi. Un vero must-have. Altri hanno invece teorizzato che in certi frammenti di immagine Kate, di nuovo, non indossava l’anello di fidanzamento. Ma a ben guardare quello zaffiro ovale non faceva altro che girarle intorno all’anulare ormai magrissimo con lei che cercava di gestirlo con il mignolo mentre con la bocca dava voce a tutto il suo coraggio per parlare del suo male.

Ma si può discutere con i complottisti a suon di dettagli quando il tema è più vasto e altrove? Di fronte ad una donna che combatte contro il cancro e contro l’intrusione nella sua vita e in quella della sua famiglia bisogna abbassare le armi e mostrare sensibilità. Il guaio è che quei click e l’indicizzazione sui social e su YouTube valgono soldi sonanti, indipendentemente dalla attendibilità della congettura postata e per questo difficilmente saranno messi a tacere finché Il #KateGate sarà un hashtag che fa tendenza. Con buona pace di chi invoca il silenzio.

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