Collaboratori di giustizia “indottrinati” dalla squadra mobile di Palermo, guidata da Arnaldo La Barbera, per sviare le indagini sulla morte di Paolo Borsellino, indirizzandole verso false piste investigative. E il “singolare e inquietante” coinvolgimento del Sisde nelle indagini della Procura di Caltanissetta sulle stragi. Sono gli elementi toccati nella lunga requisitoria, iniziata oggi all’aula bunker di Caltanissetta, del sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, nel processo di appello ‘Depistaggio Borsellino’, in cui sono imputati i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.
Gli ex componenti del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino, guidati da La Barbera, sono imputati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, perché avrebbero “vestito il pupo”, ovvero istruito i finti pentiti, Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura e Francesco Andriotta, a rendere dichiarazioni che sarebbero servite a sviare le indagini su via d’Amelio. In primo grado, caduta l’aggravante mafiosa, Bo e Mattei sono stati prescritti, mentre Ribaudo è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.
Contrada e la procura di Caltanissetta – “Singolare e inquietante la collaborazione tra la Procura di Caltanissetta e il Sisde, nella persona di Bruno Contrada. Un rapporto di collaborazione avviato su iniziativa dell’allora procuratore Giovanni Tinebra – spiega in aula Bonaccorso – Contrada, sentito durante il processo, motivava la collaborazione tra Procura e Sisde, perché la squadra mobile di Caltanissetta non aveva una conoscenza approfondita delle famiglie mafiose di Palermo. Quando, invece, le indagini le conduceva la Squadra mobile di Palermo”. “Cosa ha portato il Sisde rispetto all’accertamento dei fatti sui responsabili nella strage di via D’Amelio? Nulla. Una collaborazione del Sisde vietata dalla legge, che non fornisce un aiuto investigativo, ma è una tessera del mosaico del depistaggio delle stragi”, aggiunge il magistrato, applicato nel processo d’appello insieme ai sostituti procuratori generali Antonino Patti e Gaetano Bono.
A rafforzare tale sviamento, l’accusa cita le dichiarazioni fornite dall’ex magistrato palermitano Antonino Ingroia. “Riferisce (Ingroia, ndr) che il giorno dopo la strage di via D’Amelio, il 20 luglio 1992, incontrò l’allora procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra. Durante la veglia con i colleghi, Ignazio De Francisci e Teresa Principato raccontarono a Ingroia delle confidenza che Borsellino gli aveva fatto, ovvero che aveva sentito pochi giorni prima il collaboratore Gaspare Mutolo, che gli aveva fatto il nome di due soggetti collusi: Domenico Signorino (pm di Palermo che si suicidò poco dopo, ndr.) e Bruno Contrada”, prosegue Bonaccorso.“Questa circostanza viene detta da Ingroia a Tinebra il 20 luglio 1992. E nonostante il 20 luglio ci sia questa informazione allarmata, Tinebra prosegue la collaborazione tra la sua Procura e il Sisde”, aggiunge il pg.
“L’accerchiamento a Scarantino” – Il personaggio chiave del depistaggio è il finto collaboratore Scarantino, che secondo Bonaccorso sarebbe stato “accerchiato” dagli uomini di La Barbera, in un lasso di tempo durato due anni, dal momento del suo arresto (26 settembre 1992) fino alla sua collaborazione (giugno 1994). Anni di dichiarazioni, ritrattazioni, pestaggi e isolamento in carcere, con “il jolly che la squadra mobile di Palermo si gioca, ovvero la gelosia nei confronti della moglie”. Per l’accusa, un importante elemento di indottrinamento del finto pentito sono i sopralluoghi di fine giugno 1994 nei posti in cui venne organizzata la strage, e che sono citati nell’annotazione di servizio trovata nei mesi scorsi negli uffici della squadra mobile di Palermo e redatta da Maurizio Zerilli, oggi indagato insieme ad altri tre colleghi per depistaggio dalla procura nissena. “A pensar male si fa peccato, sono convinto che questa relazione di servizio non sarebbe saltata fuori se non ci fosse stata l’indagine sugli altri quattro poliziotti”, spiega Bonaccorso.
“Sopralluoghi per indottrinare Scarantino”- “Le questioni controverse sono due: capire come è avvenuta l’individuazione della carrozzeria di Giuseppe Orofino, perché Scarantino racconta di essere stato portato li dagli agenti ma di non conoscere Orofino. E poi capire le modalità dello svolgimento del sopralluogo – aggiunge Bonaccorso -. Ci sono delle anomalie, delle difformità tra le dichiarazioni rese il 24 giugno 1994 da Scarantino e quello che viene scritto nella relazione”. “Dei sette luoghi segnalati da Scarantino, solo in due posti il collaboratore si reca a fare i sopralluoghi con i poliziotti, e perché gli altri cinque non vengono visionati? Perché Scarantino già li conosceva, che doveva indicare – dice Bonaccorso -. Quindi il sopralluogo non è un atto di polizia giudiziaria per accertare le responsabilità di via d’Amelio, ma è fatto per indottrinare Scarantino, secondo la falsa ricostruzione del depistaggio, dei luoghi in cui avviene l’imbottitura dell’auto con il tritolo. Il 29 giugno infatti, nell’interrogatorio a Caltanissetta, a Scarantino vengono mostrati album fotografici con cinque scatti, tra cui l’autocarrozzeria di Orofino”.
“Costruzione di un collaboratore in laboratorio” – Tra i numerosi argomenti toccati nella prima parte della requisitoria, che sarà completa nella prossima udienza di metà aprile, il sostituto procuratore Bonaccorso parla degli altri due “finti pentiti” Candura e Andriotta. “La circostanza che bisogna accertare è la metodologia usata nell’indagine dalla squadra mobile, il punto centrale è se La Barbera si rapporta con Candura in buona fede, cioè convinto che la pista investigativa sia vera, o se invece si accorge da subito della sua estraneità”, dice Bonaccorso. Che poi aggiunge: “Non c’era nessuna buona fede in La Barbera e la sua squadra con Candura, ma la certezza che questo soggetto non centrasse nulla con il furto della 126”. Secondo Bonaccorso “non c’erano prove e indizi” per ritenere Candura e Andriotta partecipi della strage, e che la loro collaborazione, provocata anche con pestaggi durante la detenzione e indottrinamenti, sarebbe la prova “dell’assoluta malafede di La Barbera e dei suoi stretti collaboratori su una pista investigativa falsa”.
Mafie
“Depistaggio via d’Amelio, Scarantino accerchiato dai poliziotti. Inquietante collaborazione tra i servizi e la procura”
Collaboratori di giustizia “indottrinati” dalla squadra mobile di Palermo, guidata da Arnaldo La Barbera, per sviare le indagini sulla morte di Paolo Borsellino, indirizzandole verso false piste investigative. E il “singolare e inquietante” coinvolgimento del Sisde nelle indagini della Procura di Caltanissetta sulle stragi. Sono gli elementi toccati nella lunga requisitoria, iniziata oggi all’aula bunker di Caltanissetta, del sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, nel processo di appello ‘Depistaggio Borsellino’, in cui sono imputati i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.
Gli ex componenti del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino, guidati da La Barbera, sono imputati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, perché avrebbero “vestito il pupo”, ovvero istruito i finti pentiti, Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura e Francesco Andriotta, a rendere dichiarazioni che sarebbero servite a sviare le indagini su via d’Amelio. In primo grado, caduta l’aggravante mafiosa, Bo e Mattei sono stati prescritti, mentre Ribaudo è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.
Contrada e la procura di Caltanissetta – “Singolare e inquietante la collaborazione tra la Procura di Caltanissetta e il Sisde, nella persona di Bruno Contrada. Un rapporto di collaborazione avviato su iniziativa dell’allora procuratore Giovanni Tinebra – spiega in aula Bonaccorso – Contrada, sentito durante il processo, motivava la collaborazione tra Procura e Sisde, perché la squadra mobile di Caltanissetta non aveva una conoscenza approfondita delle famiglie mafiose di Palermo. Quando, invece, le indagini le conduceva la Squadra mobile di Palermo”. “Cosa ha portato il Sisde rispetto all’accertamento dei fatti sui responsabili nella strage di via D’Amelio? Nulla. Una collaborazione del Sisde vietata dalla legge, che non fornisce un aiuto investigativo, ma è una tessera del mosaico del depistaggio delle stragi”, aggiunge il magistrato, applicato nel processo d’appello insieme ai sostituti procuratori generali Antonino Patti e Gaetano Bono.
A rafforzare tale sviamento, l’accusa cita le dichiarazioni fornite dall’ex magistrato palermitano Antonino Ingroia. “Riferisce (Ingroia, ndr) che il giorno dopo la strage di via D’Amelio, il 20 luglio 1992, incontrò l’allora procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra. Durante la veglia con i colleghi, Ignazio De Francisci e Teresa Principato raccontarono a Ingroia delle confidenza che Borsellino gli aveva fatto, ovvero che aveva sentito pochi giorni prima il collaboratore Gaspare Mutolo, che gli aveva fatto il nome di due soggetti collusi: Domenico Signorino (pm di Palermo che si suicidò poco dopo, ndr.) e Bruno Contrada”, prosegue Bonaccorso.“Questa circostanza viene detta da Ingroia a Tinebra il 20 luglio 1992. E nonostante il 20 luglio ci sia questa informazione allarmata, Tinebra prosegue la collaborazione tra la sua Procura e il Sisde”, aggiunge il pg.
“L’accerchiamento a Scarantino” – Il personaggio chiave del depistaggio è il finto collaboratore Scarantino, che secondo Bonaccorso sarebbe stato “accerchiato” dagli uomini di La Barbera, in un lasso di tempo durato due anni, dal momento del suo arresto (26 settembre 1992) fino alla sua collaborazione (giugno 1994). Anni di dichiarazioni, ritrattazioni, pestaggi e isolamento in carcere, con “il jolly che la squadra mobile di Palermo si gioca, ovvero la gelosia nei confronti della moglie”. Per l’accusa, un importante elemento di indottrinamento del finto pentito sono i sopralluoghi di fine giugno 1994 nei posti in cui venne organizzata la strage, e che sono citati nell’annotazione di servizio trovata nei mesi scorsi negli uffici della squadra mobile di Palermo e redatta da Maurizio Zerilli, oggi indagato insieme ad altri tre colleghi per depistaggio dalla procura nissena. “A pensar male si fa peccato, sono convinto che questa relazione di servizio non sarebbe saltata fuori se non ci fosse stata l’indagine sugli altri quattro poliziotti”, spiega Bonaccorso.
“Sopralluoghi per indottrinare Scarantino”- “Le questioni controverse sono due: capire come è avvenuta l’individuazione della carrozzeria di Giuseppe Orofino, perché Scarantino racconta di essere stato portato li dagli agenti ma di non conoscere Orofino. E poi capire le modalità dello svolgimento del sopralluogo – aggiunge Bonaccorso -. Ci sono delle anomalie, delle difformità tra le dichiarazioni rese il 24 giugno 1994 da Scarantino e quello che viene scritto nella relazione”. “Dei sette luoghi segnalati da Scarantino, solo in due posti il collaboratore si reca a fare i sopralluoghi con i poliziotti, e perché gli altri cinque non vengono visionati? Perché Scarantino già li conosceva, che doveva indicare – dice Bonaccorso -. Quindi il sopralluogo non è un atto di polizia giudiziaria per accertare le responsabilità di via d’Amelio, ma è fatto per indottrinare Scarantino, secondo la falsa ricostruzione del depistaggio, dei luoghi in cui avviene l’imbottitura dell’auto con il tritolo. Il 29 giugno infatti, nell’interrogatorio a Caltanissetta, a Scarantino vengono mostrati album fotografici con cinque scatti, tra cui l’autocarrozzeria di Orofino”.
“Costruzione di un collaboratore in laboratorio” – Tra i numerosi argomenti toccati nella prima parte della requisitoria, che sarà completa nella prossima udienza di metà aprile, il sostituto procuratore Bonaccorso parla degli altri due “finti pentiti” Candura e Andriotta. “La circostanza che bisogna accertare è la metodologia usata nell’indagine dalla squadra mobile, il punto centrale è se La Barbera si rapporta con Candura in buona fede, cioè convinto che la pista investigativa sia vera, o se invece si accorge da subito della sua estraneità”, dice Bonaccorso. Che poi aggiunge: “Non c’era nessuna buona fede in La Barbera e la sua squadra con Candura, ma la certezza che questo soggetto non centrasse nulla con il furto della 126”. Secondo Bonaccorso “non c’erano prove e indizi” per ritenere Candura e Andriotta partecipi della strage, e che la loro collaborazione, provocata anche con pestaggi durante la detenzione e indottrinamenti, sarebbe la prova “dell’assoluta malafede di La Barbera e dei suoi stretti collaboratori su una pista investigativa falsa”.
LA REPUBBLICA DELLE STRAGI
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Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".