Una banda di ladri è entrata nella casa di Maurizio Fondriest, l’ex campione mondiale di ciclismo oggi 59enne. Il vincitore della Milano-Sanremo 1993 era fuori casa insieme alla moglie Ornella quando i malviventi hanno svaligiato la cassaforte della sua abitazione a Cles, in Trentino. “Ladri e refurtiva sono spariti nel nulla. È il quinto colpo che subiamo, come famiglia. Se va avanti così prendo e vado ad abitare da un’altra parte”, lo sfogo di Fondriest al Corriere del Trentino. L’ex ciclista ha palesato tutta la sua rabbia per la situazione: “La giustizia deve tutelare i cittadini: non può essere tutto zona franca. Questa gente sa che qui non rischia niente. Mi dispiace che il lavoro delle forze dell’ordine venga vanificato da leggi che tutelano chi delinque. Ora metteremo la videosorveglianza esterna: cos’altro possiamo fare? Andare a vivere altrove? Farci giustizia da soli? Non è giusto arrivare a pensare queste cose”.
Quando i ladri sono entrati in azione, a casa hanno trovato solo Ginger, il pastore australiano dei Fondriest: “È simpaticissima ma non particolarmente sveglia. Se avesse reagito, se ne sarebbero sbarazzati”. La banda non ha fatto particolari danni nell’abitazione e ha puntato direttamente alla cassaforte: hanno rubato preziosi, orologi e perfino le medaglie d’oro del campione. Un bottino di circa 30mila euro, spiega lo stesso Fondriest, che racconta: “Gli orologi avevano un valore affettivo inestimabile: uno me l’aveva regalato mia moglie quando ci siamo sposati e uno lo avevo regalato io a lei. Avevo le medaglie d’oro delle premiazioni più importanti e una rosa d’oro, con le foglie battute a mano, che mi aveva regalato un amico artigiano che ora è mancato e che era un mio grande tifoso”.
Il problema però non riguarda solo la refurtiva: “Ornella non dorme, si sveglia di continuo. Spero la mia visibilità generi una reazione e un cambiamento. Da domenica continuo a sentire chi mi dice ‘sono entrati anche da me’. Non dev’essere così!”, lo sfogo di Fondriest. Che dice: “L’idea, a botta calda, era di elettrificare il cancello a 380 volt: una reazione da persone che non si sentono tutelate e pensano a farsi giustizia da sole“.