Israele ritira la propria delegazione alle trattative in corso a Doha sul conflitto a Gaza. È la conseguenza, fa sapere Tel Aviv, della presa di posizione di Hamas dopo l’approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul cessate il fuoco nella Striscia: “La posizione di Hamas dimostra in maniera chiara che non è interessato a continuare le trattative e rappresenta una prova dolorosa dei danni causati dalla decisione del Consiglio di sicurezza”, ha commentato l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu.
Immediatamente dopo l’approvazione della risoluzione all’Onu, grazie all’astensione degli Stati Uniti, i rappresentanti di Hamas hanno fatto sapere ai mediatori del Qatar e dell’Egitto di essere “pronti a un cessate il fuoco con scambio di prigionieri“, sottolineando “la necessità di raggiungere un cessate il fuoco permanente che porti al ritiro di tutte le forze sioniste ed al ritorno degli sfollati“. Richieste ritenute inaccettabili da Israele tanto che Tel Aviv, su indicazione del capo del Mossad David Barnea, ha ritirato la propria delegazione dai negoziati a Doha. L’ufficio del premier ha ribadito: ”Israele non si arrenderà alle richieste strampalate di Hamas e continuerà ad agire per raggiungere gli obiettivi della guerra”.
Intanto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari ha riferito ai giornalisti che i negoziati per una tregua a Gaza sono ancora in corso, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Ansari ha respinto le affermazioni israeliane secondo cui la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco avrebbe avuto “un impatto immediato” sui colloqui. Ma il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, al termine dell’incontro con il segretario di stato Usa ha fatto sapere di avere “sottolineato a Blinken che Israele non cesserà di operare a Gaza fino al ritorno degli ostaggi. Solo una vittoria decisiva porterà alla fine della guerra”.
“Nonostante la risoluzione sia arrivata tardi e ci potrebbero essere delle lacune da colmare, la risoluzione stessa indica che l’occupazione di Israele sta subendo un isolamento politico senza precedenti“, ha commentato il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, durante una conferenza stampa a Teheran, come riporta Iran International, canale televisivo vicino ai dissidenti iraniani all’estero.
Tutto questo avviene mentre il conflitto prosegue. Il bilancio nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre è arrivato 32.414 morti, secondo quanto rende noto il ministero della Sanità dell’enclave palestinese. Intanto l’ufficio stampa del governo di Gaza ha affermato che i lanci aerei degli aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza sono “violenti” e “inutili” alla luce delle condizioni di carestia che persistono nel nord della Striscia di Gaza. Queste parole arrivano dopo che almeno 18 persone sono morte tentando di recuperare i pacchi di aiuti: 12 sono annegate in mare, mentre altre 6 sono rimaste schiacciate nella calca. Le autorità di Gaza, guidate da Hamas, hanno chiesto l’apertura di valichi terrestri che possano portare molti più aiuti in modo più sicuro ed efficiente.