Un giorno di sospensione con obbligo di frequenza e attività utili alla scuola. E’ la sanzione decisa per il ragazzo di 17 anni del liceo Righi di Roma che ha mimato il gesto della pistola nell’aula del Senato durante la visita effettuata nell’ambito di un percorso di educazione alla cittadinanza messo in atto dall’istituto. Lo ha deliberato il consiglio di classe composto dai suoi insegnanti e dalla dirigente della scuola Cinzia Omobono. Nei giorni scorsi il giovane e il padre avevano inviato una lettera di scuse rivolta ai vertici di Palazzo Madama mentre la preside ha anche dialogato a lungo con lo studente: “Non è un cattivo ragazzo. Anzi – aveva detto la dirigente a ilfattoquotidiano.it – E’ una persona politicamente schierata che vede la vita in un certo modo. Si è sempre comportato correttamente anche quando siamo stati al Quirinale, all’interno di questo progetto che abbiamo fatto. Ha creduto di poter manifestare il suo dissenso in quel modo ma abbiamo provato a fargli comprendere che le istituzioni, di là delle persone che le presiedono, vanno sempre rispettate. Ho parlato e dialogato con lui e mi sembra cosciente del proprio errore. Vedremo il da farsi ma ciò che conta è che mi ha promesso di studiare”.
Dopo il fatto, avvenuto durante le comunicazioni della presidente del Consiglio in Senato e le successive polemiche politiche, dalla scuola è partita subito una lettera ufficiale di scuse e una ramanzina al ragazzo a cui è stato chiesto di riflettere sul rispetto da avere per le istituzioni dello Stato. A chiudere la vicenda è stato ora il consiglio di classe che, valutato il caso, ha optato per il numero minimo di giorni di sospensione per “dare un segnale” – così avevano spiegato nei giorni scorsi i vertici della scuola – al giovane studente.