Il vino fa male, soprattutto alle donne. No, non è vero, è una sua ossessione. Fa discutere il botta e risposta tra Antonella Viola e Matteo Bassetti. Durante il Festival della prevenzione Lilt, la biologa è tornata a parlare della dannosità del vino: “Nelle nostre giornate normali dovremmo bere acqua. Dobbiamo dire che secondo l’Oms non c’è una soglia di protezione dell’alcol. Non è possibile dire: ‘Se io bevo due bicchieri al giorno, non mi succede niente’. Il rischio poi è individuale. L’unica cosa che possiamo dire è che nelle donne è un po’ più pericoloso che negli uomini”.
Parole che non sono andate giù all’immunologo Matteo Bassetti che in un tweet su X a preso di mira la Viola: “Ci risiamo. La Professoressa Viola ha crocifisso e annientato nuovamente il vino liquidandolo come sempre dannoso, anche in modiche quantità (1 bicchiere). Il Mondo ci invidia la dieta mediterranea, le nostre tradizioni gastro-enologiche e il nostro vino – da consumarsi saltuariamente e con moderazione – E la Viola che fa? La brava immunologa padovana, che non mi risulta esperta di dietologia e nutrizione, predica digiuno intermittente e astinenza totale dal vino, bollandolo come la peggiore delle sostanze cancerogene”.
Bassetti ha infine spiegato che sono ben altri gli alimenti pericolosi di cui si dovrebbe fare a meno: “Perché non si parla dei danni provocati dalle merendine ipercaloriche fatte con farine spazzatura? O del Salmone da supermercato pieno di antibiotici? O delle bevande gassate e zuccherate devastanti per le nuove generazioni? O del pollo denutrito carico di batteri? Nessuno raccomanda di abusare del vino ma non condivido questa demonizzazione. Sembra davvero un’ossessione quella per il vino”. Nelle scorse ore sul Corriere.it è intervenuto anche il nutrizionista Visioli: “I bevitori moderati vivono più degli astemi”, ha spiegato il docente universitario. “Fino a due o tre bicchieri al giorno, nessuna evidenza scientifica sui rischi. L’alcolismo è invece una piaga sociale e va combattuto”.
A tutti va infine ricordato che da anni esistono centinaia, anzi migliaia di produttori italiani ed esteri di vino naturale. Quindi quella tipologia di vino che tra colture biodinamiche e tentativi di non intervenire chimicamente in vigna e in cantina va anche oltre l’etichettatura del biologico (che consente decine di sostanze artificiali per ritoccare il vino ndr) e produce un vino tendenzialmente in purezza che è ancor più digeribile di quello tradizionale.