A causa di un intenso brillamento solare di classe X, cioè una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera del sole, il pianeta terra tra domenica e lunedì è stato colpito da una tempesta geomagnetica, una pioggia di raggi cosmici ad alta energia che ha provocato aurore polari visibili in Nuova Zelanda. L’impatto dell’eruzione, come spiegato su SpaceWeather.com, ha infatti aperto una crepa nella magnetosfera del nostro pianeta, scatenando una grave tempesta geomagnetica di classe G4, la più forte da settembre 2017. Tempeste di classe G4 possono provocare anomalie per i satelliti artificiali in orbita attorno alla Terra e qualche difficoltà con il sistema GPS, ma alle nostre latitudini non producono effetti avvertibili dalla popolazione. Altri rischi possibili sono malfunzionamenti alle infrastrutture elettriche, danni ai satelliti e interruzioni delle comunicazioni, fortunatamente non registrati in questo caso.

Una tempesta geomagnetica è un evento atmosferico causato dall’interazione tra il campo magnetico terrestre e particelle cariche provenienti dal Sole, rilasciate durante le esplosioni solari o a causa dei brillamenti solari, come in questo caso. Le tempeste derivano più precisamente da variazioni nel vento solare che causano significativi cambiamenti nelle correnti, nei plasmi e nei campi magnetici. Come spiegato sul sito di SpaceWeather, la tempesta iniziata domenica è finita, ma la calma potrebbe non durare. La gigantesca macchia solare AR3615 rappresenta una minaccia continua per i brillamenti solari diretti verso la Terra, e i meteorologi del NOAA, cioè il National Oceanic and Atmospheric Administration, affermano che c’è il 25% di possibilità di nuovi brillamenti solari tra martedì e mercoledì.

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