L’abbiamo sentito in tutti i tg di casa nostra, recentemente, il leader leghista, avvocato senza mandato, difensore d’ufficio della democrazia russa, concludere quel voto di legislatura con una assoluta promozione, perché in democrazia “chi va a votare ha sempre ragione!”, “lapalissiano” no?
Infatti è altrettanto “lapalissiano” dire che chi muore poco prima delle elezioni (non importa come) invece ha sempre torto, perché facendo così si esclude da solo dalla competizione democratica. Oddio, a dire il vero magari questo succede più spesso nelle non-democrazie, ma questo è un dettaglio trascurabile se la tornata elettorale cade proprio nel mezzo di una guerra scatenata dall’Ucraina, impegnata da oltre un biennio ad aprire un varco pericolosissimo all’avanzata verso Est dei regimi plutocratici sostenuti dagli Usa e finanziati, un tanto ciascuno, dai membri Nato.
Sicuramente tutti i normali frequentatori dei nostri tg nazionali avranno già notato qualcosa di “stonato” nella suddetta descrizione, avendo sempre udito dalle loro tv, e letto sui giornali, che il 24 febbraio del 2022 è stata la Russia, con centinaia di carri armati e lancio di missili, ad invadere l’Ucraina. Certo! Ma questo è un dettaglio tecnico di poco conto in questo contesto. Ciò che conta davvero è la storia intera dell’Europa e della Russia. Solo dopo essersi fatta una completa visione dell’insieme, ognuno potrà capire come non siano i russi i traditori dell’Europa, ma gli Ucraini che non solo si fanno ammaliare dai miraggi capitalisti, ma addirittura voltano le spalle alla loro progenie per rincorrere le sirene occidentali guidati da una decadente democrazia americana ormai al tramonto.
Basta! Credo di aver dimostrato con sufficienza come sia relativamente facile raccontare le cose in modo credibile (e produttivo in proprio) quando si è al potere e si decide di usare l’informazione per soddisfare interessi personali o di partito invece che per informare correttamente la popolazione. Putin può fare molto agevolmente ormai tutti i suoi personali interessi, avendo già eliminato dalla sua “navigazione” gli “scogli” più fastidiosi e pericolosi (facendo le modifiche costituzionali necessarie già nel suo primo e secondo mandato elettorale).
Naturalmente non ha potuto scrivere nella Costituzione che può avvelenare, o eliminare in altro modo, i suoi nemici politici, ma è comunque molto meno pericoloso oggi, in un regime costituzionale come quello putiniano, applicare le regole descritte dal Machiavelli per conservare il potere, che al tempo stesso in cui il Principe (inizio del XVI secolo) fu scritto.
E’ facile, nelle moderne democrazie occidentali, ingannare con allettanti promesse la gente costretta da impegni di lavoro (sia per chi lo ha che per chi lo cerca) a seguire la politica solo nei brevi notiziari tv quotidiani, essendo questi pilotati da solerti e fedelissimi direttori di rete. Quando poi la gente si accorge che questo modello di democrazia (che in questo secolo abbiamo visto più o meno in tutti quelli che “ci mettono la faccia”) serve solo a soddisfare i loro stessi interessi, più personali che politici, diventa facile intuire il perché di tanta disaffezione nel popolo chiamato al voto.
Giorgia Meloni è quindi partita col “piede giusto” quando ha inaugurato il suo mandato al vertice esecutivo “blindando” tutti i tg Rai con suoi fedelissimi direttori di rete capaci di informare senza dire niente di serio e utile per la platea (cosa che né la Lega, né i 5Stelle né Renzi, quando hanno avuto pressappoco il suo stesso indice di gradimento, hanno saputo fare). Ma non penserà mica di riuscire davvero a galleggiare 5 anni solo su questa “furbatina”?
Riforme utili a soddisfare il suo elettorato (quello originario, non quello piovuto sul suo partito nel settembre 2022) non se ne vedono per ora. C’è, è vero, il recentissimo decreto a cancellare i debiti irrecuperabili dall’Agenzia Entrate (600 mld. di euro, titolavano i giornali lo scorso 13 marzo) che gioca a favore del suo governo, ma sono in gran parte a beneficio dell’elettorato leghista (a meno che Salvini si faccia di nuovo fregare dalla furbissima Giorgia. Lui è l’unico, nella terna governativa, che non ha “amici” nei tg).
Scontri di interesse nella maggioranza non se ne vedono, per ora. Le elezioni regionali sono più “indigeste”, attualmente, alle sinistre che alle destre, bisognerà perciò aspettare il voto europeo per vedere se qualcosa, nella maggioranza governativa, si sposta. Sappiamo però che, dopo il voto europeo, un forte “braccio di ferro” interno alla maggioranza scoppierà per forza quando “l’autonomia differenziata” voluta dalla Lega troverà spazio e tempo per la discussione in Aula. Finora Meloni ha sempre dichiarato che non ci saranno problemi, ma è chiaro che è solo un modo per prendere tempo. Come fa una “nazionalista” come lei a consentire davvero, sia pure solo a livello contabile, un frazionamento così diretto nel controllo del territorio, e relativo popolo, della nazione italiana?
Secondo me sta solo mentendo, il suo elettorato nazionalista la butterebbe a mare con una grossa pietra al collo se facesse una cosa del genere! Ma lei è veramente un’artista in questo ramo. Il pesciolone ha abboccato e adesso se lo vuole portare a casa fino alla padella. Brava! Non c’è che dire. Tuttavia se mi chiedessero chi, tra i due, butterei giù dalla torre, oggi risponderei sicuramente: Meloni! Da americano quale sono non sopporto i politici bugiardi (ma poi, chi mi fermerebbe se, con una spintarella, buttassi giù subito anche quell’altro?).