Lavoro & Precari

Stellantis smantella ancora Mirafiori e altri siti: 2.500 esuberi. E i numeri cresceranno. Fiom: “Disimpegno drammatico, è un buco nero”

Stellantis taglia ancora in Italia. Oltre 2.500 esuberi, destinati ad aumentare quanto l’azienda si pronuncerà sugli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e Melfi. In altri termini, un “piano per spegnere il lavoro”, come lo definisce la Fiom, che rilancia l’appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché convochi l’ad Carlos Tavares. Il piano è parte dell’accordo per le uscite volontarie sottoscritto la scorsa settimana dall’azienda e dai sindacati, con l’eccezione dei metalmeccanici della Cgil. Al momento sono certe 1.560 uscite da Mirafiori, pari a oltre il 10% dei dipendenti, 850 da Cassino di cui 300 in trasferta a Pomigliano e 100 da Pratola Serra. Mentre secondo gli altri sindacati l’accordo evita licenziamenti indiscriminati, la Fiom parla di un “macigno sul piano di incontri” convocati dal ministro Adolfo Urso con i sindacati, le Regioni e le imprese. “Questi esuberi – attaccano il segretario generale Michele De Palma e il responsabile automotive Samuele Lodi – peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica”.

Al di là dei ripetuti proclami da parte dei vertici aziendali di rilanciare il polo produttivo di Torino, a Mirafiori sono arrivati, per ora, solo cassa integrazione ed uscite incentivate. Dei 1.560 esuberi, il grosso è previsto tra quadri e impiegati (733) e il settore carrozzerie (300). Per favorire il ridimensionamento degli organici, il gruppo è arrivato ad offrire buonuscite di oltre 100mila euro. Ora i numeri vengono comunicati alla vigilia del primo sciopero unitario del settore auto a Torino degli ultimi 15 anni, in programma il 12 aprile. E vengono resi noti a qualche giorno dall’addio all’ipotesi Leapmotor: il partner cinese di Stellantis ha infatti scelto gli stabilimenti in Polonia per produrre le sue utilitarie elettriche.

“La situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia è in netto peggioramento: a Mirafiori continua l’utilizzo degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione sulla 500 Bev e il contratto di solidarietà sulla linea della Maserati e in tutti gli altri siti aumenta la cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori”, insistono De Palma e Lodi sottolineando come la “narrazione” di Tavares sulla “centralità dell’Italia per Stellantis è smentita dalle scelte concrete” che indicano invece, ad avviso della Fiom, “un programmato e drammatico disimpegno della multinazionale”.

L’amministratore delegato di Stellantis Tavares ha rilasciato negli ultimi mesi dichiarazioni contraddittorie sull’impegno in Italia del gruppo franco-italiano. Molto sembra essere subordinato a quella che sarà la disponibilità del governo nell’erogate sussidi al gruppo, finanziati con denaro pubblico. “Siamo ad una situazione di non ritorno che deve vedere tutte le organizzazioni sindacali, insieme alle lavoratrici e lavoratori, contrastare le strategie di un’azienda che più che una stella diventa un buco nero. Valuteremo le iniziative da intraprendere confrontandoci con tutte le organizzazioni sindacali e le lavoratrici e i lavoratori, ad ogni livello nazionale o di stabilimento, per informare e manifestare la nostra contrarietà alle scelte aziendali”, continua la Fiom. Quindi la richiesta, già avanzata da De Palma in una recente intervista con Ilfattoquotidiano.it: “La presidente del Consiglio convochi Tavares prima che sia troppo tardi”.

Per Stellantis gli accordi con i sindacati “rientrano nel percorso definito nell’accordo quadro” che “definisce le modalità di individuazione e i trattamenti economici previsti per i lavoratori interessati alla risoluzione del proprio rapporto di lavoro perché prossimi alla maturazione dei requisiti per usufruire di un trattamento pensionistico o che intendono intraprendere nuovi percorsi professionali” e “rientrano nell’ambito delle iniziative” per “affrontare gli effetti del processo di transizione energetica e tecnologica in corso e che sta interessando il settore automotive in tutti i suoi aspetti (Oem e fornitori in tutta Europa), compresi quelli occupazionali, ed è la prosecuzione naturale di precedenti accordi già siglati dall’azienda negli scorsi anni”.