Cinema

Sabrina Impacciatore: “In Italia tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto. Occhi pieni di lacrime”

La nota attrice italiana - ormai star negli States - si è raccontata al Corriere, soffermandosi su alcune riflessioni riguardanti il ruolo della donna, le differenze tra Italia e USA, il passato e il futuro del suo lavoro

di Paolo Aruffo

Nata a Roma nel 1968 da padre abruzzese e madre sarda, fin da piccola si è appassionata alla recitazione facendola diventare poi anche il suo lavoro. Lei è Sabrina Impacciatore, la talentuosa attrice che sta riscuotendo grande successo all’estero, in particolare negli Usa. Anche di questo ha parlato in una intervista rilasciata al Corrier della Sera e ieri 26 marzo. “Continuo a fare avanti e indietro tra Italia e Stati Uniti”, ha esordito Impacciatore. Quindi ha spiegato il motivo: “Ho appena finito un thriller action di Patricia Riggen con Viola Davis, G 20, dove sono la presidente del Fondo monetario internazionale. Il mancato premio per The White Lotus? Ma sono stata la prima attrice italiana candidata agli Emmy, a 55 anni e non a 20, nel mezzo del cammin della mia vita, che è tutta strana. Il capo della mia agenzia in Usa mi ha detto: ci farai fare un sacco di soldi. Mi sono sentita insostituibile, vogliono me e non un’altra. E ho gridato dentro di me: ‘Yes!'”. Quindi l’attrice italiana ha raccontato com’è lavorare negli States, con particolare riferimento alla figura dell’Intimacy Coordinator. Ovvero il coordinatore ed esperto di riprese delle scene intime che – tra le attività che svolge – si occupa di garantire che tutto avvenga nel pieno rispetto della sensibilità degli attori e delle attrici.

“All’inizio mi sembrava surreale e esagerato, invece benedico che ci sia – ha spiegato Sabrina Impacciatore -. In White Lotus ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura. Figurati, venivo dall’Italia dove tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio. Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise”. Poi, parlando della propria vita privata, ha aggiunto: “Non ho mai sedotto un uomo, sono old fashion. Non capisco le donne che si offendono se gli uomini ci provano, non voglio che si sentano inibiti, ma almeno aspettate di avere un piccolo segnale”.

Quindi l’attrice, che in uno dei nuovi episodi della serie Call My Agent, indosserà i panni della madrina del Festival di Venezia, ha anche detto: “Venezia? Mi sento grata di quello che sto vivendo, non mi manca, arriverà, e così il debutto da regista. [..] Preferirei andarci come giurata, o con un film. Nella serie come madrina, per un infortunio, mi tocca improvvisare il discorso sulle donne che ancora contano poco nel cinema e sui pari diritti. In quei giorni mi sentivo scorticata da una violenza sessuale terribile avvenuta a Palermo, quello stupratore diceva che la carne è carne. Una sciamana in USA mi ha detto che io sono nata nel Paese più misogino perché avevo la missione di svegliarlo”. Infine ha concluso: “Ho avuto momenti bui come attrice. Un giorno dissi all’ufficio stampa che doveva chiamarti per darti un’intervista plateale in cui annunciavo il mio ritiro. Il cinema italiano non mi prendeva sul serio, ero invisibile”.

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