I senzatetto a Verona diventano un caso per l’amministrazione di centrosinistra. Una quindicina di associazioni (laiche e religiose) che si occupano di dare assistenza a centinaia di persone che non sanno dove dormire chiedono alla giunta del sindaco Damiano Tommasi e al consiglio comunale un cambio di linea nella gestione del problema della casa e dei clochard. Soprattutto vorrebbero che si voltasse pagina rispetto ai quindici anni del centrodestra, modificando il regolamento comunale che risale all’epoca del sindaco Flavio Tosi (allora era ancora nella Lega, oggi è in Forza Italia) e mettendo fine agli sgomberi.
La presa di posizione – Uno degli effetti del rigore contenuto nel regolamento è stato, tra l’altro, l’episodio della multa da 50 euro, con successivo Daspo (100 euro), a un senza fissa dimora che dormiva in una notte di pioggia sotto una pensilina del bus, disteso su una panchina. La presa di posizione delle associazioni impegnate nel Terzo Settore è stata illustrata durante una conferenza stampa, subito dopo un incontro con alcuni assessori, che hanno ascoltato le proposte. Qualche ora dopo, però, i vigili urbani hanno proceduto con la notifica di 9 Daspo, a dimostrazione della difficoltà di trovare un equilibrio tra esigenza di tutelare la sicurezza e aperture sociali.
“Serve un cambio di passo” – Attilio Orecchio dell’associazione Le Orme, Alberto Sperotto della Ronda della carità e Alberto Modenese di Paratodos hanno lanciato una specie di ultimatum. “Serve un cambio di passo della giunta, deve fare di più e lanciare segnali concreti di svolta e di rottura rispetto a una politica repressiva e contraria all’inclusione del passato”. Come? “In primo luogo con un nuovo regolamento di polizia urbana. Poi assicurando comportamenti rispettosi e improntati al buon senso nei confronti delle persone che vivono in strada, vittime della mancanza di offerte abitative alla loro portata. Inoltre, mettendo fine agli sgomberi senza che gli occupanti abbiano una alternativa”. Hanno poi riportato una richiesta venuta da don Paolo Pasetto, il prete degli ‘ultimi’: “Il Comune deve esplicitare le proprie posizioni sulle politiche che riguardano l’emergenza abitativa e della casa, aggravata dalle scelte scellerate del governo sui tagli al sociale”. È stato sottolineato come vi siano centinaia di alloggi Agec (l’Agenzia gestione edifici comunali) che, se riadattati, potrebbero ospitare chi è in difficoltà. “L’assessore Michele Bertucco ha assicurato che 8 alloggi verranno presto terminati, ma serve da parte della giunta anche una politica urbanistica ed edilizia complessiva che vada in questa direzione”.
Prorogare i dormitori – Il 7 aprile chiudono i dormitori dove vengono ospitate 287 persone, in convenzione con il Comune, mentre si stima che durante l’inverno almeno altre 200 dormano all’addiaccio. Le associazioni hanno chiesto non solo una proroga della chiusura, ma la ricerca di decine di nuovi posti e di docce. “Si potrebbe pensare a risparmi, perché non rinunciare alla Stella di Natale in piazza Bra, pur di trovare nuove risorse?”. La giunta si è impegnata a verificare le disponibilità di bilancio per una proroga dei dormitori, che sono comunque piccoli numeri, se si pensa che a Verona città sono vuote 17.338 case, pari al 12,5 per cento del patrimonio immobiliare di 138.538 unità.
“Siamo la città dell’amore” – Il capoluogo scaligero è uno dei più vivaci per quanto riguarda l’aiuto ai senzacasa. “In Veneto ci sono 1.700 volontari – ha ricordato Sperotto – mille di questi sono solo a Verona dove si occupano della preparazione e distribuzione dei pasti. Noi vogliamo finire sui giornali per questi fatti, perché siamo orgogliosamente accoglienti, non perché i senzatetto vengono multati, cacciati, o torturati, come emerge da qualche inchiesta”. “La politica deve tornare a prendersi cura dei cittadini – ha detto Modenese – il volontariato è a disposizione, ma non può essere il solo a farlo. La logica non può essere quella che il Comune offre ospitalità ai senza dimora solo nella misura in cui vi sono enti del terzo settore disponibili: la sussidiarietà pubblico-privato no-profit è importante e positiva, ma non solleva l’ente locale dalla sua responsabilità di offrire un riparo dignitoso e igienico”. Le associazioni e cooperative rappresentate nella Rete (curiosamente lo stesso nome del movimento politico di Tommasi che nel 2022 ha vinto le elezioni) sono 15: Sulle Orme (Soave), Multiforme, Ronda della Carità, Il samaritano- Caritas Diocesana, Laboratorio autogestito Paratodos, Emmaus (Villafranca), La Casa per gli immigrati, Circolo Pink LGTBTE, Milonga, Madonna di Lourdes (Cerea), Energie Sociali, Comunità dei Giovani, Oltre Il Confine, Il casolare, don Paolo Bolognani, Self Help. Appello finale, come una specie di slogan: “Vogliamo essere conosciuti come la città dell’amore verso il prossimo”.
I vigili notificano 9 Daspo – Poche ore dopo l’incontro tra associazioni e Comune, i vigili urbani hanno notificato 9 Daspo urbani ad altrettanti cittadini che occupavano i portici di via Albere, una lunga strada che attraversa longitudinalmente la città fino a Porta Palio. Gli abitanti di un complesso condominiale hanno segnalato lo stazionamento del gruppo. Il Comune ha fatto sapere: “Da settimane occupavano abusivamente i portici, mentre di giorno svolgono attività di accattonaggio e di lavavetri ai semafori. Sono state contestate numerose violazioni al regolamento di Polizia urbana”.