Abuso d’ufficio e turbativa di gara in un fascicolo senza persone indagate, almeno per ora. Queste le ipotesi di reato di un’inchiesta aperta dalla Procura di Benevento sulla Concorsopoli del Sannio raccontata in esclusiva a novembre sul Fatto quotidiano. Il pm Flavia Felaco e il procuratore Aldo Policastro stanno verificando, secondo il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, se sono stati commessi dei reati intorno ai sei concorsi per 12 assunzioni banditi dalla Provincia di Benevento e vinti in cinque casi da sindaci, assessori e amministratori di quel territorio e di quelli limitrofi.
Sulle loro scrivanie ci sono le quattro pagine di un esposto che sottolinea alcune anomalie concorsuali rimaste finora inedite al pubblico. La prima: i concorrenti avrebbero svolto le prove scritte senza l’utilizzo di sistemi informatici, diventati obbligatori per legge da quasi tre anni. La seconda: in quasi tutti i casi i concorsi si sarebbero svolti senza la presenza di un membro interno dell’amministrazione provinciale, che sarebbe obbligatoria secondo il regolamento dell’Ente della Rocca dei Rettori presieduto all’epoca dei fatti dal mastelliano Nino Lombardi, rieletto dopo le elezioni del dicembre scorso.
Si sollecitano indagini anche sui rapporti tra un primo cittadino vincitore di concorso e una commissaria di quel concorso: i due lavorarono negli anni scorsi presso lo stesso ente, e dopo le prove d’esame la commissaria è andata a lavorare come segretario generale nel comune del sindaco vincitore.
Altro aspetto meritevole di approfondimenti è la decisione della Provincia di Benevento di non riformulare le graduatorie di tutti i concorsi dopo una sentenza del Tar che aveva dato ragione ai due ricorrenti che avevano segnalato un errore: erano state scritte sommando i voti delle tre prove di esame, anziché la somma della media dei punteggi delle due prove scritte con il punteggio della prova orale, come previsto dal regolamento interno.
Il criterio corretto è stato quindi applicato solo in due concorsi, lasciando inalterate le classifiche degli altri. E comunque senza colpo ferire per gli ‘sconfitti’ perché una determina del dirigente del settore Personale, per evitare contenziosi, ha comunque disposto l’assunzione delle persone scavalcate in base alla sentenza della giustizia amministrativa.
Sotto inchiesta ci sarebbero otto concorsi, e non sei, a leggere l’esposto firmato dal presidente dell’associazione Altrabenevento, Gabriele Corona. Che accende un faro pure sulle gare relative all’assunzione di un istruttore finanziario e un istruttore informatico. E che si vanno ad aggiungere ai concorsi per istruttore legale, geologo, amministrativo e per geometri, architetti e ingegneri in cui la politica locale avrebbe fatto incetta di posti a tempo indeterminato. Tra le polemiche e l’imbarazzo di un territorio storicamente marchiato col bollino del ‘clientelismo’ in salsa Clemente Mastella. Oggi sindaco di Benevento e – va sottolineato – completamente estraneo alle procedure concorsuali oggetto dell’inchiesta.