Cosa accade, viviamo e pensiamo pochi istanti prima di morire? Alla domanda da ‘1 milione di euro’ ha provato a fornire la propria versione Julie McFadden, un’infermiera che lavora in un ospizio californiano. Tra chi sostiene si viva un momento come gli altri e chi, invece, afferma si ripercorra l’intera vita come una carrellata d’immagini che scorrono velocemente nella nostra mente. Vediamo cosa sostiene McFadden.
Il tema è quello della morte attiva (fase preagonica), ovvero quei momenti che anticipano di pochi istanti il decesso di una persona. “C’è qualcosa che la maggior parte delle persone dice prima di morire. Di solito è ‘Ti amo‘, oppure cercano di parlare con i propri genitori che per la maggior parte delle volte sono già morti”, ha detto l’operatrice sanitaria in un video TikTok che ha totalizzato più di 800.000 like. I pazienti risulterebbero “abbastanza vigili e orientati, di solito sono lucidi e mi chiedono: ‘Perché vedo la mia mamma morta, la vedi?’”, ha affermato.
La testimonianza di Julie (basata principalmente sulla sua personale esperienza) ha incuriosito, e non poco, l’azienda americana BuzzFeed, che ha voluto raccogliere una serie di domande e curiosità della propria community, poi da sottoporre alle teorie di McFadden. “Quando qualcuno sta morendo, può sentirci o percepirci?”, ha chiesto un utente. “Crediamo che qualcuno che sta morendo possa ancora sentirci”, ha raccontato l’infermiera. “L’udito – ha aggiunto – è, in effetti, l’ultimo senso a spegnersi. Sono stati eseguiti Elettroencefalogrammi su cervelli di persone che stavano per morire che mostrano che il sensore uditivo del cervello è ancora attivo. Non siamo sicuri quanto queste persone possano comprendere veramente”, ha spiegato.
Come quando “ci sono pazienti che sono stati in coma farmacologico e che, una volta risvegliati, hanno affermato di aver sentito e percepito le persone che andavano a trovarle”. E ancora: “Mi piace sempre dire che morire in sé non faccia male soprattutto se si sta morendo di morte naturale”, ha commentato l’operatrice. “L’atto stesso di morire, probabilmente, non fa male. Ma la malattia può causare sintomi che provocano dolore, ecco perché abbiamo medici e infermieri che possono aiutarti con questi sintomi in modo che tu possa avere una morte il più pacifica possibile”, ha dichiarato McFadden. L’Alzheimer, infine, sarebbe una delle poche condizioni che non permetterebbe alle persone di riconoscere i propri cari poco prima di morire. “Direi di no, di solito non succede – ha asserito la creator – Ogni tanto (il soggetto con Alzheimer, ndr) avrà dei giorni davvero belli in cui all’improvviso si ricorderà dei suoi figli”, ha concluso.
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