Dieci ong hanno scritto una lettera aperta all’Unione europea perché vengano prese quattro misure urgenti per prevenire la carestia a Gaza, tra cui la richiesta di un cessate il fuoco immediato e permanente e la cessazione del trasferimento di armi a Israele. I firmatari sono: ActionAid International, Act Church of Sweden, Christian Aid Ireland, Diakonia Sweden, Euro Child, Handicap International – Humanity & Inclusion, Médecins du Monde International Network, Oxfam, Pax Christi International, Plan International.
“Cari commissari, esortiamo l’Unione europea ad agire immediatamente per rispondere alle urgenti necessità della popolazione civile di Gaza e a sostenere un cessate il fuoco immediato e permanente per porre fine alla guerra. Gli incessanti bombardamenti israeliani su Gaza e le ostilità quotidiane hanno avuto conseguenze catastrofiche, tra cui decine di migliaia di vittime civili – di cui più di 13.000 bambini – sfollamenti forzati di massa e la distruzione di case e infrastrutture critiche. La situazione ha raggiunto un punto critico, con la negazione cronica e strutturale di cibo e acqua potabile che si ripercuote sulla popolazione civile, portando a un rischio imminente di carestia. Secondo l’ultima analisi condotta dall’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), si prevede che la carestia si possa verificare in qualsiasi momento tra oggi e maggio 2024 nei governatorati settentrionali di Gaza e Gaza Nord, con il rischio che si estenda anche al resto della Striscia di Gaza”, si legge nella lettera.
E continua: “L’impatto della guerra sui civili è devastante: metà della popolazione palestinese di Gaza è già alle prese con un’insicurezza alimentare catastrofica mentre il resto con livelli di insicurezza alimentare di emergenza o di crisi. I tassi di malnutrizione acuta sono allarmanti, soprattutto tra i bambini, e l’accesso ai servizi essenziali come l’assistenza sanitaria e l’acqua potabile è gravemente limitato. Le 5.500 donne che stanno per partorire a Gaza hanno bisogno di acqua, cibo ed elettricità per proteggere la vita dei loro bambini, oltre che la loro. Per affrontare la carestia non basta solo il cibo, ma è necessario garantire che l’acqua potabile e gli altri beni di prima necessità siano disponibili in quantità sufficiente e che ci sia un sistema sanitario solido in grado di curare le persone che soffrono di malnutrizione e di malattie che i loro corpi indeboliti non possono più combattere. Israele ha distrutto le infrastrutture civili relative alle forniture idriche e agli ospedali, ha ucciso operatori sanitari e ha impedito che le forniture mediche e gli aiuti essenziali raggiungessero Gaza. È il momento di agire“.
Queste le richieste: “Esortiamo l’Unione europea a: 1. Chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente per porre fine alla guerra a Gaza e proteggere i civili da ulteriori danni. 2. Assicurarsi che Israele rispetti gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e aderisca alle misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia (CIG) per prevenire il genocidio e facilitare l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza attraverso tutti i canali disponibili. Sebbene le rotte marittime e aeree forniscano un complemento, non possono sostituire l’efficienza delle rotte terrestri, che sono molto più veloci e in grado di consegnare tempestivamente aiuti su larga scala, e dovrebbero essere utilizzate solo come ultima risorsa. 3. Dare priorità al finanziamento e al sostegno dell’UNRWA e delle altre organizzazioni umanitarie palestinesi e internazionali che operano sul campo a Gaza per fornire assistenza vitale, compresi cibo, acqua, alloggi e cure mediche, a chi ne ha bisogno. I diritti, i bisogni e la salute delle donne e delle ragazze devono avere la priorità. 4. Fermare il trasferimento di armi e sospendere l’accordo di associazione con Israele per garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale e degli standard sui diritti umani”, continuano le Ong.
Infine, la lettera si chiude con un appello diretto a Bruxelles: “È molto importante che l’Unione europea agisca con decisione per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza e che tenga fede agli obblighi che le derivano dal diritto internazionale di proteggere i civili in tempo di conflitto. Se non si agisce in modo rapido e deciso, si rischia di esacerbare le sofferenze di civili innocenti e di perpetuare il ciclo di violenza e instabilità nella regione. Esortiamo a dare priorità alla protezione delle vite civili e a lavorare per una soluzione sostenibile che ponga fine alle catastrofiche sofferenze di Gaza. La nostra comune umanità deve prevalere”.