Il Tar del Lazio ha bocciato l’ordinanza con la quale il ministero delle Infrastrutture il 12 dicembre scorso ha ordinato la riduzione a quattro ore dello sciopero nazionale dei trasporti del 15 dicembre: il provvedimento “risulta affetto da violazione di legge e da eccesso di potere per carenza di presupposto, con riferimento alla fase di impulso dell’esercizio del potere”. Il tribunale amministrativo dà quindi ragione alle sigle che avevano fatto due distinti ricorsi: contro la decisione del ministro Matteo Salvini: Usb Lavoro Privato, da un lato, e Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, Sgb, Cub Trasporti e AL Cobas dall’altro.
I sindacati festeggiano. “Salvini non poteva precettare! Questo atto era stato portato avanti dal ministro nei confronti dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale dell’intera giornata promosso da Usb e altre sigle sindacali per il 15 dicembre 2023 nel pieno rispetto delle regole, già fortemente restrittive, previste dalla normativa sullo sciopero”, scrive l’Usb. Il segretario nazionale Cub Trasporti, Antonio Amoroso, aggiunge che “il ministro Salvini con il suo intervento a gamba tesa su uno dei diritti fondamentali previsti dalle leggi vigenti nel nostro Paese ha scelto di beffare un’intera categoria di lavoratori. Anziché la tutela dei cittadini, il cui diritto alla mobilità andava garantito per consentire gli acquisti natalizi, – prosegue il segretario – ha privilegiato logiche elettorali, dimenticando che gli stessi cittadini sono coloro che usufruiscono di un servizio come quello del trasporto che in Italia è ormai ridotto ai minimi termini anche in ambito di sicurezza per tutti coloro che vi lavorano e lo utilizzano”.
I deputati della Lega in Commissione Trasporti Elena Maccanti, Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti ed Erik Pretto attaccano il Tar definendo la decisione “forzatura contro il buonsenso” e sostenendo che “Salvini si è impegnato a ridurre uno sciopero per garantire il diritto dei pendolari e di tutti i cittadini a circolare liberamente, permettendo loro di poter usufruire dei mezzi pubblici”.