Milano, 17 gen. - (Adnkronos) - La ministra del Turismo Daniela Santanchè va a processo per falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote. Lo ha stabilito la gup di Milano Anna Magelli che, al termine di una breve camera di consiglio, ha dato ragione alla tesi della procura meneghina.
A processo finiscono in tutto 16 persone - tra loro anche il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, l'ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro che hanno avuto ruoli all'interno della spa - più una società, Visibilia srl in liquidazione. La giudice ha accettato il patteggiamento di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, e delle altre due società indagate, Visibilia Editore ed Editrice, che avevano proposto una sanzione amministrativa.
Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, ha patteggiato due anni con la sospensione condizionale della pena, mentre la società Visibilia Editore spa ha patteggiato 63.300 euro di sanzione e 15.000 euro di confisca come risarcimento, la Visibilia Editrice srl 30.000 euro di sanzione e 10.000 di confisca.
La prima udienza del processo è in calendario per il prossimo 20 marzo, davanti alla seconda sezione del tribunale di Milano.
"L'attività di indagine ha confermato quello che noi abbiamo sostenuto nei nostri esposti. Quella di oggi non è una vittoria, lo sarà quanto riavremo i nostri: circa 400 mila", dice Giuseppe Zeno, il finanziere e 'grande accusatore', da cui è partita l'inchiesta. L'ex socio di minoranza di Visibilia Editore, rappresentato dall'avvocato Antonio Piantadosi, è tra le tre parti civile (tutti piccoli azionisti) ammesse al processo.
Al centro del contendere c'è, per la procura, il presunto "disegno criminoso" di chi rivestendo allora ruoli apicali avrebbe omesso "ogni attività di accertamento" sul bilancio della spa Visibilia Editore, quotata sul mercato gestito da Borsa Italiana, con il fine "di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto" e l'effetto finale di indurre in errore gli investitori e mettere a rischio la continuità della spa. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinate dalla procura di Milano e nate su input di alcuni soci di minoranza, tra cui il finanziere Giuseppe Zeno (parte civile insieme ad altri due piccoli azionisti), riguardano i bilanci tra il 2016 e il 2022 che, a dire dell'accusa, sarebbero stati 'truccati'.
Tra le contestazioni 'chiave' c'è quella relativa all'iscrizione "nell'attivo dello stato patrimoniale" nei bilanci della spa Visibilia Editore, dal 2016 al 2020, dell'avviamento (il valore intrinseco della società, ndr) per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, senza procedere" alla "integrale svalutazione" già nel dicembre 2016.
La decisione della giudice di Milano, che rischia di avere ripercussioni politiche, è solo la prima. Il prossimo 29 gennaio, la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui Santanchè con altri risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps per la vicenda che riguarda la cassa integrazione in Visibilia durante il periodo del Covid. In più, la senatrice di Fratelli d'Italia è anche indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia del bio-food un tempo guidata dalla senatrice. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, ha riguardato anche Bioera, altra società del gruppo, e anche in questo caso ci sono profili di bancarotta al vaglio.
"È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l'amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l'estraneità della ministra Santanchè alle accuse", è il commento di Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanché.
Mentre le opposizioni chiedono le dimissioni di Daniela Santanchè, la maggioranza fa quadrato. "Assistiamo ancora una volta alla solita litania giustizialista del Pd e dei Cinque stelle che pretendono di emanare, a danno degli avversari, giudizi sommari su accuse che in uno Stato di diritto come l'Italia possono essere valutate con cognizione di causa esclusivamente nelle sedi dell'ordinamento giudiziario" dichiara Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, deputato e coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d'Italia, rinnovando "a Daniela Santanchè la mia inalterata stima e fiducia". "Il mio inossidabile garantismo, mai a corrente alternata, non può non portarmi a far notare che per il nostro ordinamento non è il gip, che fa il proprio lavoro, a dare un giudizio definitivo che trasforma un cittadino indagato e imputato in un cittadino colpevole. Il Pd e i Cinque stelle invece proteggono la presidente della Regione Sardegna e tacciono sul presidente della provincia di Salerno in custodia cautelare da tre mesi", ha concluso Cirielli.
"Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Daniela Santanchè". Così in una nota Forza Italia.
''Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè'', scrive in una nota la Lega.
Politica
Marco Tarquinio, l’ex direttore di Avvenire candidato col Pd? A protestare è la corrente che parlava di “disagio dei cattolici” nel partito
In attesa di conoscere gli esisti dell’incontro (definito dai protagonisti come “positivo”) tra la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente dem Stefano Bonaccini per fare il punto su liste e candidature in vista delle elezioni Europee, all’interno del Partito Democratico sono tanti i mal di pancia. Lo schema proposto dalla segreteria Pd ha creato malumori soprattutto nell’area del partito guidata dal governatore dell’Emilia Romagna: al momento dovrebbero essere certe la candidature di Lucia Annunziata, capolista nella circoscrizione Sud seguita in lista dal sindaco di Bari Antonio Decaro e al terzo posto probabilmente Sandro Ruotolo. Uno schema, con candidati civici come capilista, che rischierebbe di mettere a rischio nomi come quello della bonacciniana Pina Picierno. Ma ad animare il dibattito e le critiche di Energia popolare, l’ala dem di Bonaccini, è anche la possibile candidatura dell’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio nella circoscrizione Centro.
Direttore dal 2009 al 2023 del quotidiano della Conferenza episcopale italiana, l’intellettuale cattolico e pacifista – in linea con le posizioni di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina – fa storcere il naso proprio ai cattolici dem. “La nostra linea sull’Ucraina è stata ed è chiara. Vogliamo forse aprire su un punto su cui siamo uniti in campagna elettorale?”: sono le parole del bonacciniano Lorenzo Guerini dalle pagine del Corriere della Sera. Sul Quotidiano nazionale interviene invece il presidente della Toscana Eugenio Giani che dice no alla candidatura di Tarquinio nella sua circoscrizione: “Ritengo che in questo collegio ci siano già persone in grado di rappresentarlo“, ricordando di non aver condiviso le posizioni di Tarquinio sull’Ucraina, “che sta combattendo una battaglia per la democrazia e per l’Europa”. Giani, anche lui dell’ala Bonaccini si dice preoccupato per chi ha sempre sostenuto Kiev come Picierno: “Sarebbe un errore se non venisse rieletta”.
Pertanto la corrente dem è contraria alla candidatura del giornalista cattolico Marco Tarquinio. E pensare che sono gli stessi che hanno rivendicato più spazio al mondo cattolico all’interno del Pd. “La sensibilità che proviene dal mondo cattolico o da un mondo che esprime la cultura popolare, va riconosciuta e non certamente messa in un angolo“, dichiarava meno di un anno fa lo stesso Stefano Bonaccini sottolineando di avere ricordato a Schlein che va garantita l’espressione di “quel pluralismo“. Sulla stessa linea Guerini che aveva definito il Pd “la casa dei cattolici democratici“: “Se il Pd vuole fare il Pd, le pluralità che lo hanno fondato e che lo animano per raggiungere, sui temi più difficili, sintesi più avanzate”. Deputato dem e presidente del Copasir che a fine gennaio tornava a rivendicare la posizione dei cattolici all’interno del partito per difendere la “libertà di coscienza” dell’area cattolica intervenendo sullo scontro interno dopo l’astensione della consigliera dem del Veneto, Anna Maria Bigon, sulla proposta sul fine (bocciata anche a causa di quella astensione) e la successiva revoca della delega di vicesegretaria provinciale.
Alle critiche dell’area Bonaccini replicano altri esponenti del Pd. Per il deputato Andrea Orlando quello di Tarquinio è un ottimo nome: “Credo sia di grandissimo livello. Credo ci siano nomi su cui si sta lavorando che diano un segno anche di una attenzione a movimenti, a battaglie come quella per la pace“, ha detto Orlando al Tg2 Italia Europa. “Una gran bella notizia, dobbiamo fare di tutto per confermarla”, aggiunge il dirigente nazionale del Pd Goffredo Bettini: “Il Pd deve allargarsi, soprattutto in direzione di un dialogo con il mondo cattolico e cristiano. Recependo il valore dei pronunciamenti di Papa Francesco, anche sulla guerra“, ha sottolineato Bettini. Punto di vista, però, che sembra non convincere l’area di Bonaccini.
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Agrigento, 17 gen. (Adnkronos) - Momenti di paura questa sera a Caltanissetta dove un fabbricato di un piano, disabitato, è crollato in via Cappuccini, traversa di Via Niscemi in pieno centro storico. La palazzina fatiscente da tempo era puntellata. Sotto le macerie è rimasta una utilitaria di proprietà di un residente del palazzo di fronte. Sul posto I vigili del fuoco, il 118 e la polizia.
Washington, 17 gen. (Adnkronos) - TikTok vietato negli Usa da domenica 19 gennaio 2025. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la legge, bocciando un ricorso della piattaforma, in nome della libertà di espressione. Per evitare il bando ByteDance deve cedere le attività negli Stati Uniti. La decisione è stata presa all'unanimità, evidenziano i media americani.
La Corte Suprema riconosce che per 170 milioni di americani TikTok rappresenta tra l'altro "una fonte di comunità", ma rileva al contempo come il Congresso si sia concentrato sui timori relativi alla sicurezza nazionale. Non è chiaro, comunque, se il bando previsto dalla legge in assenza di una cessione della piattaforma entrerà in vigore, dal momento che, subito dopo l'annuncio della decisione della Corte, la Casa Bianca ha fatto sapere che per ragioni di "pura tempistica" spetterà all'amministrazione di Donald Trump far applicare la legge. Il presidente eletto, che ha più volte detto che intende "salvare" TikTok che gli ha fatto "vincere il voto dei giovani", ha già detto che sarà "lui a decidere" sulla questione. Nella sentenza approvata all'unanimità dai sommi giudici si ricorda che Trump durante il suo primo mandato aveva sollevato dubbi su TikTok, sostenendo l'idea di metterla al bando.
"Il presidente Trump aveva determinato che TikTok sollevava particolari preoccupazioni, notando che la piattaforma "cattura automaticamente informazioni dai suoi utenti ed è può essere usata per far avanzare gli interessi del governo cinese", si legge nella decisione della Corte che ribadisce che la "piattaforma raccoglie in modo intensivo informazioni personali su i suoi utenti". Ed è proprio su questo punto che insiste la sentenza, affermando che "il governo ha un importante e giustificato interesse a impedire che la Cina raccolga dati personali di decine di milioni di utenti di TikTok".
"La raccolta e l'analisi di dati è una pratica comune in quest'era digitale - conclude la sentenza -, ma l'ampiezza di TikTok e il fatto che sia suscettibile di controllo da parte di un avversario straniero giustifica il trattamento differenziale per affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale del governo".
"Il Congresso ha determinato che la vendita è necessaria per affrontare le ben giustificate preoccupazioni di sicurezza nazionale riguardo alle pratiche di raccolta di dati da parte di TikTok e le relazioni con un avversario straniero". E' quanto si legge nella sentenza.
Appoggiando gli argomenti del governo, i sommi giudici hanno infatti stabilito che la legge approvata dal Congresso, e firmata da Joe Biden ad aprile, non viola il primo emendamento, come sostenuto nel ricorso di TikTok, pur riconoscendo che "non ci sono dubbi sul fatto che per oltre 170 milioni di americani, TikTok offre un distintivo e ampio mezzo di espressione, che costituisce una risorsa per la comunità".
"Alla fine dipende da me, vedrete quello che farò", ha detto Donald Trump subito dopo la sentenza rivendicando che sarà lui a decidere sul futuro della popolare piattaforma che lui ha ribadito di voler "salvare".
Alla domanda se adotterà misure, tipo un ordine esecutivo da firmare subito dopo il suo insediamento come hanno rivelato nei giorni scorsi i media, per bloccare il bando che potrebbe scattare domenica, il giorno prima dell'inizio del suo mandato, il tycoon si è limitato a rispondere: "Sarò io a decidere". "Il Congresso ha dato a me la decisione e io prenderò la decisione", ha aggiunto, confermando poi che nel colloquio telefonico con Xi Jinping ha parlato anche della piattaforma cinese. "Abbiamo avuto un ottimo colloquio su TikTok e un ottimo colloquio su molte altre cose", ha affermato.
"Voglio ringraziare il presidente Trump per il suo impegno a lavorare con noi per trovare una soluzione che mantenga TikTok disponibile negli Stati Uniti" dice il Ceo della piattaforma, Shou Chew, in un video, postato dopo la sentenza della Corte Suprema che ha confermato la legge contro TikTok. "È una presa di posizione forte a favore del Primo Emendamento e un chiaro rifiuto di ogni forma di censura arbitraria". "Come sapete, ci siamo battuti per proteggere il diritto costituzionale alla libertà di espressione degli oltre 170 milioni di americani che ogni giorno utilizzano la nostra piattaforma per connettersi, creare, scoprire e realizzare i propri sogni". "TikTok è da sempre un luogo dove le persone possono creare community, scoprire interessi comuni ed esprimere sé stesse, proprio come fanno le oltre 7 milioni di aziende americane che si affidano alla nostra piattaforma per avere un’entrata economica, raggiungere nuovi clienti e sviluppare con successo il proprio business. Siamo onorati e felici di poter contare sul supporto di un Presidente che ha saputo comprendere pienamente il valore della nostra piattaforma, utilizzandola personalmente per condividere idee, opinioni e pensieri, e raggiungendo un pubblico globale con oltre 60 miliardi di visualizzazioni dei suoi contenuti. Ai nostri utenti negli Stati Uniti, grazie per aver reso la nostra community uno spazio così ricco e vivace, sorprendendoci e intrattenendoci ogni giorno. Siate certi che continueremo a fare tutto il possibile per mantenere TikTok come il vostro punto di riferimento online, un luogo dove la creatività e la scoperta non hanno limiti, e dove continueremo a offrire ispirazione e allegria per molti anni a venire".
Nei giorni scorsi i media americani hanno rivelato che Shou è stato invitato all'insediamento di Trump e che avrà un posto nella tribuna d'onore.
"L'amministrazione come il resto del Paese ha aspettato la decisione appena presa dalla Corte Suprema su TikTok. Considerata la pura questione tempistica, questa amministrazione riconosce che l'applicazione della legge deve ricadere sulla prossima amministrazione, che si insedia lunedì". Così la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, afferma che spetterà all'amministrazione di Trump far rispettare la legge che prevede il bando di TikTok confermata oggi dai sommi giudici.
"La posizione del presidente Biden su TikTok è chiara da mesi, da quando il Congresso ha inviato sulla sua scrivania una legge approvata a stragrande maggioranza - conclude la portavoce - TikTok deve rimanere disponibile agli americani ma sotto una proprietà americana o di altro tipo che affronti le preoccupazioni di sicurezza nazionale sottolineate dalla legge".
Milano, 17 gen. - (Adnkronos) - La ministra del Turismo Daniela Santanchè va a processo per falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote. Lo ha stabilito la gup di Milano Anna Magelli che, al termine di una breve camera di consiglio, ha dato ragione alla tesi della procura meneghina.
A processo finiscono in tutto 16 persone - tra loro anche il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, l'ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro che hanno avuto ruoli all'interno della spa - più una società, Visibilia srl in liquidazione. La giudice ha accettato il patteggiamento di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, e delle altre due società indagate, Visibilia Editore ed Editrice, che avevano proposto una sanzione amministrativa.
Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, ha patteggiato due anni con la sospensione condizionale della pena, mentre la società Visibilia Editore spa ha patteggiato 63.300 euro di sanzione e 15.000 euro di confisca come risarcimento, la Visibilia Editrice srl 30.000 euro di sanzione e 10.000 di confisca.
La prima udienza del processo è in calendario per il prossimo 20 marzo, davanti alla seconda sezione del tribunale di Milano.
"L'attività di indagine ha confermato quello che noi abbiamo sostenuto nei nostri esposti. Quella di oggi non è una vittoria, lo sarà quanto riavremo i nostri: circa 400 mila", dice Giuseppe Zeno, il finanziere e 'grande accusatore', da cui è partita l'inchiesta. L'ex socio di minoranza di Visibilia Editore, rappresentato dall'avvocato Antonio Piantadosi, è tra le tre parti civile (tutti piccoli azionisti) ammesse al processo.
Al centro del contendere c'è, per la procura, il presunto "disegno criminoso" di chi rivestendo allora ruoli apicali avrebbe omesso "ogni attività di accertamento" sul bilancio della spa Visibilia Editore, quotata sul mercato gestito da Borsa Italiana, con il fine "di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto" e l'effetto finale di indurre in errore gli investitori e mettere a rischio la continuità della spa. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinate dalla procura di Milano e nate su input di alcuni soci di minoranza, tra cui il finanziere Giuseppe Zeno (parte civile insieme ad altri due piccoli azionisti), riguardano i bilanci tra il 2016 e il 2022 che, a dire dell'accusa, sarebbero stati 'truccati'.
Tra le contestazioni 'chiave' c'è quella relativa all'iscrizione "nell'attivo dello stato patrimoniale" nei bilanci della spa Visibilia Editore, dal 2016 al 2020, dell'avviamento (il valore intrinseco della società, ndr) per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, senza procedere" alla "integrale svalutazione" già nel dicembre 2016.
La decisione della giudice di Milano, che rischia di avere ripercussioni politiche, è solo la prima. Il prossimo 29 gennaio, la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui Santanchè con altri risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps per la vicenda che riguarda la cassa integrazione in Visibilia durante il periodo del Covid. In più, la senatrice di Fratelli d'Italia è anche indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia del bio-food un tempo guidata dalla senatrice. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, ha riguardato anche Bioera, altra società del gruppo, e anche in questo caso ci sono profili di bancarotta al vaglio.
"È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l'amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l'estraneità della ministra Santanchè alle accuse", è il commento di Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanché.
Mentre le opposizioni chiedono le dimissioni di Daniela Santanchè, la maggioranza fa quadrato. "Assistiamo ancora una volta alla solita litania giustizialista del Pd e dei Cinque stelle che pretendono di emanare, a danno degli avversari, giudizi sommari su accuse che in uno Stato di diritto come l'Italia possono essere valutate con cognizione di causa esclusivamente nelle sedi dell'ordinamento giudiziario" dichiara Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, deputato e coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d'Italia, rinnovando "a Daniela Santanchè la mia inalterata stima e fiducia". "Il mio inossidabile garantismo, mai a corrente alternata, non può non portarmi a far notare che per il nostro ordinamento non è il gip, che fa il proprio lavoro, a dare un giudizio definitivo che trasforma un cittadino indagato e imputato in un cittadino colpevole. Il Pd e i Cinque stelle invece proteggono la presidente della Regione Sardegna e tacciono sul presidente della provincia di Salerno in custodia cautelare da tre mesi", ha concluso Cirielli.
"Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Daniela Santanchè". Così in una nota Forza Italia.
''Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè'', scrive in una nota la Lega.
Washington, 17 gen. (Adnkronos) - TikTok vietato negli Usa da domenica 19 gennaio 2025. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la legge, bocciando un ricorso della piattaforma, in nome della libertà di espressione. Per evitare il bando ByteDance deve cedere le attività negli Stati Uniti. La decisione è stata presa all'unanimità, evidenziano i media americani.
La Corte Suprema riconosce che per 170 milioni di americani TikTok rappresenta tra l'altro "una fonte di comunità", ma rileva al contempo come il Congresso si sia concentrato sui timori relativi alla sicurezza nazionale. Non è chiaro, comunque, se il bando previsto dalla legge in assenza di una cessione della piattaforma entrerà in vigore, dal momento che, subito dopo l'annuncio della decisione della Corte, la Casa Bianca ha fatto sapere che per ragioni di "pura tempistica" spetterà all'amministrazione di Donald Trump far applicare la legge. Il presidente eletto, che ha più volte detto che intende "salvare" TikTok che gli ha fatto "vincere il voto dei giovani", ha già detto che sarà "lui a decidere" sulla questione. Nella sentenza approvata all'unanimità dai sommi giudici si ricorda che Trump durante il suo primo mandato aveva sollevato dubbi su TikTok, sostenendo l'idea di metterla al bando.
"Il presidente Trump aveva determinato che TikTok sollevava particolari preoccupazioni, notando che la piattaforma "cattura automaticamente informazioni dai suoi utenti ed è può essere usata per far avanzare gli interessi del governo cinese", si legge nella decisione della Corte che ribadisce che la "piattaforma raccoglie in modo intensivo informazioni personali su i suoi utenti". Ed è proprio su questo punto che insiste la sentenza, affermando che "il governo ha un importante e giustificato interesse a impedire che la Cina raccolga dati personali di decine di milioni di utenti di TikTok".
"La raccolta e l'analisi di dati è una pratica comune in quest'era digitale - conclude la sentenza -, ma l'ampiezza di TikTok e il fatto che sia suscettibile di controllo da parte di un avversario straniero giustifica il trattamento differenziale per affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale del governo".
"Il Congresso ha determinato che la vendita è necessaria per affrontare le ben giustificate preoccupazioni di sicurezza nazionale riguardo alle pratiche di raccolta di dati da parte di TikTok e le relazioni con un avversario straniero". E' quanto si legge nella sentenza.
Appoggiando gli argomenti del governo, i sommi giudici hanno infatti stabilito che la legge approvata dal Congresso, e firmata da Joe Biden ad aprile, non viola il primo emendamento, come sostenuto nel ricorso di TikTok, pur riconoscendo che "non ci sono dubbi sul fatto che per oltre 170 milioni di americani, TikTok offre un distintivo e ampio mezzo di espressione, che costituisce una risorsa per la comunità".
"Alla fine dipende da me, vedrete quello che farò", ha detto Donald Trump subito dopo la sentenza rivendicando che sarà lui a decidere sul futuro della popolare piattaforma che lui ha ribadito di voler "salvare".
Alla domanda se adotterà misure, tipo un ordine esecutivo da firmare subito dopo il suo insediamento come hanno rivelato nei giorni scorsi i media, per bloccare il bando che potrebbe scattare domenica, il giorno prima dell'inizio del suo mandato, il tycoon si è limitato a rispondere: "Sarò io a decidere". "Il Congresso ha dato a me la decisione e io prenderò la decisione", ha aggiunto, confermando poi che nel colloquio telefonico con Xi Jinping ha parlato anche della piattaforma cinese. "Abbiamo avuto un ottimo colloquio su TikTok e un ottimo colloquio su molte altre cose", ha affermato.
"Voglio ringraziare il presidente Trump per il suo impegno a lavorare con noi per trovare una soluzione che mantenga TikTok disponibile negli Stati Uniti" dice il Ceo della piattaforma, Shou Chew, in un video, postato dopo la sentenza della Corte Suprema che ha confermato la legge contro TikTok. Nei giorni scorsi i media americani che Shou è stato invitato all'insediamento di Trump e che avrà un posto nella tribuna d'onore.
"L'amministrazione come il resto del Paese ha aspettato la decisione appena presa dalla Corte Suprema su TikTok. Considerata la pura questione tempistica, questa amministrazione riconosce che l'applicazione della legge deve ricadere sulla prossima amministrazione, che si insedia lunedì". Così la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, afferma che spetterà all'amministrazione di Trump far rispettare la legge che prevede il bando di TikTok confermata oggi dai sommi giudici.
"La posizione del presidente Biden su TikTok è chiara da mesi, da quando il Congresso ha inviato sulla sua scrivania una legge approvata a stragrande maggioranza - conclude la portavoce - TikTok deve rimanere disponibile agli americani ma sotto una proprietà americana o di altro tipo che affronti le preoccupazioni di sicurezza nazionale sottolineate dalla legge".
Roma, 17 gen. - (Adnkronos) - "Il Premio Energie per Roma 2025 è il riconoscimento al grande lavoro fatto dai miei colleghi guidati da me al tempo dello Spallanzani per fare uscire il Paese dalla pandemia. È stato un grande contributo ma c'è voluto ovviamente il coraggio, la passione, la dedizione degli italiani che hanno tutti quanti combattuto insieme. Abbiamo sconfitto il virus". Con queste parole Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ha espresso il suo orgoglio per aver ricevuto il "Premio Energie per Roma 2025". La cerimonia si è tenuta presso lo Spazio Europa di Roma e ha celebrato i cittadini, le associazioni e le imprese che contribuiscono ogni giorno, con passione e dedizione, alla crescita e al benessere della comunità romana.
Roma, 17 gen. - (Adnkronos) - "Le energie sono il futuro dell'umanità, il futuro di questa città e il futuro di tutti noi. Ancora di più quando queste energie vengono rappresentate dalle iniziative dei giovani. Il premio Energie per Roma è molto importante per me e mi lusinga averlo ricevuto. Non è importante solo per la mia carriera ma anche per l'attività di tutti i giorni della nostra clinica". Queste le parole di Skerdilajd Faria, fondatore e amministratore della clinica Keit di Tirana specializzata in chirurgia estetica.
Il dottor Faria ha ricevuto presso lo Spazio Europa di Roma il Premio Energie per Roma 2025, riconoscimento che celebra i cittadini, le associazioni e le imprese che contribuiscono ogni giorno, con passione e dedizione, alla crescita e al benessere della comunità romana.
Roma, 17 gen. - (Adnkronos) - "Il Premio Energie per Roma è una bellissima manifestazione. La nostra città è interessata quest'anno da un evento straordinario come il Giubileo del 2025, il Giubileo della speranza, come lo ha ribattezzato il Santo Padre. Sono tante le energie che ci sono nella nostra città tutti i giorni, sotto il profilo sociale, del volontariato, dell'impresa e di tanti altri aspetti che rendono la nostra Roma più bella, forte e accogliente". Così Mariano Angelucci, presidente della Commissione turismo, moda e relazioni internazionali del Comune di Roma, in occasione della seconda edizione del premio ‘Energie per Roma 2025’, un prestigioso riconoscimento organizzato dal Centro europeo di Studi culturali per celebrare l’impegno e il talento dei cittadini, delle attività imprenditoriali e delle associazioni che si sono distinti nel campo artistico-culturale, sociale, imprenditoriale e del volontariato a Roma.
"Penso che premiare le eccellenze della città sia una cosa molto bella - ha concluso Angelucci - Per questo anche quest'anno sono qui a portare i saluti dell'amministrazione".