Tajani: "Correggere la parte sulle aree terremotate"
Non solo il governatore del Lazio Francesco Rocca, fedelissimo della premier Giorgia Meloni. Anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, altro esponente di Fratelli d’Italia, chiede al governo di fare dietrofront rispetto alla decisione a sorpresa di eliminare tout court la cessione del credito e lo sconto in fattura anche per chi ristruttura con il Superbonus una casa danneggiata dai terremoti del 2009 e 2016-17. Marsilio e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dopo il decreto varato dal cdm martedì sera spiegano che la decisione rischia di impedire la ricostruzione. “Sconcertato” si dice intanto il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi secondo cui il provvedimento “mortifica la ripartenza che era appena cominciata. Se rimane com’è e non ci saranno emendamenti, nulla potrà essere fatto per chi non ha ancora depositato il progetto. Saremo costretti a mettere in campo azioni clamorose. Il commissario straordinario per la ricostruzione sta lavorando ad un emendamento e come capofila del cratere dei Comuni terremotati vogliamo un incontro con il Governo”
Marsilio e Biondi dal canto loro sottolineano che “l’utilizzo dei benefici fiscali per il ripristino degli immobili danneggiati dai terremoti del 2009 e del Centro Italia non è un privilegio per pochi, come accaduto in molti casi e con conseguente esplosione dei conti pubblici, ma una necessità senza la quale non potremmo continuare ad aprire cantieri”. “Il ricorso a tali agevolazioni è previsto per la quota in accollo ai proprietari di unità immobiliari inagibili e la loro eliminazione comporterebbe un grave pregiudizio per il processo di ricostruzione, giunta finalmente a un favorevole punto di progresso, e imporrebbe, comunque, un intervento ampliativo della contribuzione parametrica convenzionale oggi prevista, con analoga spesa a carico dello Stato. Il trend attuale delle concessioni emesse porta a ritenere che per il 2024 tale ipotesi di erogazione complessiva di risorse possa attestarsi su cifre che, nella migliore delle ipotesi, non potranno superare, tra i due crateri, l’importo di 700 milioni di euro“, aggiungono. Insomma: non è da lì che nasce il buco nei conti che è lo spauracchio del Tesoro.
Di lì la richiesta di ripensarci. “Ci siamo attivati, congiuntamente al commissario Guido Castelli, presso Palazzo Chigi, i parlamentari del territorio e gli uffici del Ministero dell’Economia e delle finanze per scongiurare il prevedibile blocco della ricostruzione”, spiegano Marsilio e Biondi. Il deputato e responsabile economico della Lega, Alberto Bagnai, apre: “Già nella giornata di ieri ho avuto modo di rappresentare le preoccupazioni direttamente al ministro Giancarlo Giorgetti in un incontro al Mef, riscontrando la sua positiva attenzione. Le misure di incentivo legate alla ricostruzione nelle zone colpite dal sisma sono e vanno tenute concettualmente distinte dal cosiddetto superbonus. Nel cratere del sisma – sottolinea – gli incentivi fiscali intervengono per indennizzare i proprietari degli extra costi derivanti dall’eccezionale aumento delle materie prime, aumento causato in parte proprio dalla natura distorsiva del superbonus. In assenza di questo indennizzo il governo dovrebbe rivedere i parametri del contributo alla ricostruzione, sostenendo comunque un esborso, per assicurare i diritti dei proprietari colpiti dal sisma. Si sta lavorando per tenere conto di questo dato di fatto nel testo del decreto, che deve ancora uscire e naturalmente sarà sottoposto al vaglio parlamentare”.
Intanto anche da Forza Italia arrivano distinguo e cautele. Il segretario e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Affaritaliani.it ha detto che la stretta “è indispensabile perché sono a rischio i conti pubblici a causa di troppi abusi nell’utilizzo di questo strumento che, in linea di principio, non era sbagliato” ma il decreto “si può migliorare in Parlamento in alcuni punti. Penso alla cessione dei crediti ancora possibili: invece di autorizzarne uno solo se ne possono autorizzare due. Uno all’azienda, il secondo ad un istituto di credito. Si può correggere anche la parte dedicata al Superbonus sisma, ma solo per le aree terremotate. Siamo al lavoro e sono convinto che troveremo un accordo positivo con tutti i partiti della maggioranza”.
Le associazioni che rappresentano le imprese di costruzioni sono ovviamente contrarie al decreto. “Se il testo definitivo del decreto legge discusso in Consiglio dei ministri martedì sera, che prevede una nuova stretta al Superbonus, dovesse realmente coinvolgere direttamente anche i cantieri dell’area cratere, il governo si assumerà la responsabilità di dare un colpo definitivo e mortale alla ricostruzione post sisma”, afferma il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni.