Dopo l’annuncio dell‘intesa con Msc per la vendita del Secolo XIX, i rappresentanti sindacali di quel che resta del gruppo editoriale Gedi fanno il punto sui risultati di quattro anni di gestione Agnelli-Elkann. Da quando la famiglia De Benedetti ha ceduto la quota di controllo, il gruppo è stato “fatto a pezzi, smantellato senza alcuna strategia“, scrive il ‘coordinamento superstite del gruppo Gedi’, “con testate con anche oltre 100 anni di storia rimpiazzate da siti tutti centrati sul marketing e sulla vendita di prodotti. In passato abbiamo posto questa domanda, in maniera diretta, all’amministratore delegato Maurizio Scanavino (‘perché comprare Gedi per poi smantellarla?’), senza ricevere una risposta”. Le rappresentanza sindacali, di conseguenza, “non ripongono più alcuna fiducia nelle parole dell’attuale management”.

“Riteniamo questa una storia triste per il valore che ha, in una democrazia, il giornalismo”, continua l’analisi. “I giornali non sono oggetti come altri, e qui citiamo le parole di Corrado Augias rivolte proprio ad Elkann un anno fa: ‘Con ogni dovuto rispetto, ingegnere, penso che lei non abbia riflettuto abbastanza su che cosa voglia dire essere editore di giornali () I giornali hanno un’anima, bisogna maneggiarli con cura’. Quel che resta del gruppo Gedi non ha però più tempo da perdere. Ogni giorno che passa, con la certificazione sotto ai nostri occhi dell’assenza di strategia e di interesse dell’editore se non quello di tagliare i costi dove ormai non c’è più nulla da tagliare, è un’occasione persa per rilanciare le professionalità dei corpi redazionali, dando loro fiducia nel futuro. L’editoria è un settore in crisi, in Italia e nel mondo, ma una tenuta e un rilancio passano attraverso la passione di chi possiede e amministra le testate giornalistiche, avendone a cuore identità e indipendenza. Qualità che, in questi anni di cronistoria, non abbiamo visto. Per questo non chiediamo neanche più rassicurazioni, a cui non crederemmo. Lo stillicidio di voci di vendita, smentite di maniera e poi ‘improvvise’ vendite è stato uno spettacolo deprimente. Ci auguriamo solo che tutto questo finisca presto, nel migliore dei modi per tutte e tutti”.

Intanto il comitato di redazione del Secolo XIX si prepara a mettere in campo “tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle attuali condizioni contrattuali a tutela dell’autonomia della testata e della qualità dell’informazione”. Le segreterie territoriali dei sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl dal canto loro chiedono di conoscere i dettagli dell’operazione avvertendo: “Non tollereremo manovre volte a ridefinire il perimetro occupazionale dell’attuale GNN. Ancora una volta le preoccupazioni evidenziate dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali si sono rivelate più che legittime e fondate, mentre non ci risulta allo stato comprensibile la decisione del gruppo Gedi di dismettere una testata così importante. È evidente tuttavia che non potrà trattarsi di una mera operazione di mercato, ma sarà necessario chiarire quanto prima gli obiettivi e gli investimenti che la nuova dirigenza intende compiere”.

L’unico a gongolare è il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “Penso che sia un’ottima notizia per la città, per la regione e per una redazione che significa molto per la Liguria. Msc è una delle società più importanti e solide del mondo. È un gruppo imprenditoriale che con la Liguria ha una serie di importanti collaborazioni sulla logistica, sulle crociere e credo che possa essere un’ottima opportunità per un giornale che evidentemente l’editore attuale ha deciso non essere più strategico, ma che trova evidentemente un nuovo editore solido, sano, serio, internazionale che non può far altro che rilanciare e puntare sulla testata”.

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