“Gli islamici vogliono sottometterci“? “Non la ritengo una cosa fondata, è sbagliato generalizzare, il principio da seguire è il rispetto delle regole”. Da un lato la Lega di Anna Maria Cisint, sindaca di Monfalcone, che ha scritto il libro che ha come titolo le 4 parole all’inizio di questo articolo e come sottotitolo: Ora basta. Immigrazione, islamizzazione, sottomissione. Dall’altro lato sempre la Lega, quella di Moreno Marsetti, sindaco musulmano del comune di Malo, paese di quasi 15mila abitanti nell’Alto Vicentino. Trentaquattro anni, titolare di un’autofficina, credente non praticante, Marsetti è stato eletto sindaco nel 2020 ed è anche consigliere provinciale. Anni fa, quand’era assessore alla sicurezza, acquisì la fama di “sceriffo” per aver sgomberato un campo rom con il carro attrezzi, applicando un’ordinanza comunale. È un leghista convinto: tesserato con il Carroccio da 14 anni, non ha mai riscontrato problemi per la religione. In questi giorni è stato nominato commissario della Lega nella vicina Schio, dove si vota a giugno. Ilfattoquotidiano.it lo ha intervistato nei giorni dell’escalation di prese di posizione della collega di Monfalcone. E fa capire che non è il solo a non capire certe dichiarazioni: “Non vedo questa islamizzazione”.
Sindaco Marsetti, come nasce la nomina a commissario cittadino della Lega?
È una nomina provinciale, dovuta al commissariamento della sezione per le dimissioni del segretario. Con il mio partito ho lavorato a lungo sul territorio: ho fatto il segretario di sezione a Malo dal 2018 al 2021, ho aumentato i numeri della sezione, tra tesserati e amministratori.
Lei è musulmano. Alcuni vertici leghisti in passato hanno espresso commenti islamofobi. Come la vive?
Non ho mai avuto problemi o subito discriminazioni. Sono sempre stato rispettato dalla Lega e dagli altri partiti. Ho ricevuto degli incarichi per le mie competenze e la capacità di collaborare, la religione è sempre passata in secondo luogo.
Secondo lei oggi in Italia gli islamici sono integrati?
Ci sono extracomunitari integrati e non integrati, non è un discorso di religione. Porto l’esempio del mio territorio: sono in amministrazione da 13 anni, vedo figure di tutte le religioni ben integrate, persone che ricoprono cariche nelle istituzioni.
È vero, come scrive la sindaca Cisint, che “gli islamici vogliono sottometterci”?
Non ho letto, non la ritengo una cosa fondata, non c’è una religione che vuole sottomettere qualcuno. La religione è una cosa, il rispetto delle leggi è un’altra. Vedo numerosi casi di integrazione, quindi non riscontro questa cosa. Esiste il caso particolare: l’autista fuoristrada ubriaco che uccide è delinquente? Sì. Tutti i conducenti sono delinquenti e pericolosi? No. Non si può generalizzare, se qualcuno non vuole integrarsi è un problema suo, deve capire che nello Stato italiano vigono leggi che vanno rispettate. Ma dire che siamo sottomessi dagli islamici, anche no. Non vedo questo problema.
Eppure, scrive Cisint, “ciò che è successo a Monfalcone non è un esempio isolato, ma risponde alla logica di volontà di islamizzazione”. Come commenta queste parole?
C’è una soglia invalicabile tra religione e legge: la legge è il principio regolatore dei comportamenti, un confine invalicabile in cui la religione non può mettere il naso. La religione è un sentimento dell’individuo con la parte sacra, non deve avere a che fare con la legge. Non so per quali motivi si sia espressa in questo modo. Chi si integra si vede, chi non si integra anche, non la vedo una cosa così mirata, dire che siamo vittime dell’islamizzazione… Vorrei capire la motivazione. Generalizzare mi pare eccessivo.
Esiste un “conflitto fra i principi della nostra Costituzione e l’Islam”?
Esiste il rispetto reciproco. Se uno pratica il buddhismo o l’ortodossia, rispetta le leggi ed è integrato, lo rispetto. Se una persona islamica crea problemi, condanno quella, non tutti gli islamici del mondo. Quindi non capisco questa presa di posizione generica su tutti. È più facile esclamare con slogan per prendere consenso, quando ci sono persone perbene integrate, che lavorano, rispettano le leggi, fanno parte delle istituzioni e aiutano la collettività nell’associazionismo. Io cerco di far rispettare le leggi con le forze dell’ordine e quando condanno una persona, condanno colui che ha commesso il reato, non tutti.
Quindi a Monfalcone, dove il Tar ha ribadito la libertà di il culto, la sindaca ha sbagliato a vietare l’utilizzo degli spazi di preghiera islamici?
Il Tar dice se il provvedimento è applicato giustamente o no, sulla base delle leggi. Altrimenti bisogna modificare la legge per limitare il culto: allora è legittimo, ma non si possono trovare escamotage per avere consenso.