No, non paragonatelo a Michael Jordan. Non ha mai fatto bene a nessuno. Forse solo Kobe Bryant, tra gli epigoni, è riuscito a rispettare le premesse. Non ci è riuscito Ron Harper (in maglia Cavaliers), per esempio. Tantomeno Harold Miner (prima scelta dei Miami Heat), chiamato addirittura “baby Jordan”. Poi Grant Hill (Detroit Pistons), che era giocatore completamente diverso da MJ, ma che ha avuto alla fine una ottima carriera fermata purtroppo dai guai fisici. Anche Jerry Stackhouse (scelto dai Sixers) complessivamente ha fatto bene, ma nulla a che vedere con la stella dei Chicago Bulls. Le aspettative hanno pesato, Jordan è inarrivabile non solo a livello tecnico, ma anche per l’impatto culturale che ha avuto sul basket mondiale. Anthony Edwards sta facendo una stagione mostruosa. Con uno stile di gioco alla “Air”, in effetti, per cui sono partiti immediatamente i raffronti evocativi. Giocatore molto completo tecnicamente, gran realizzatore, creatore implacabile, una stella di prima grandezza ormai. Tra i migliori saltatori della lega, si è esibito di recente in alcune schiacciate da leccarsi veramente i baffi per stacco da terra, potenza e irriverenza verso il malcapitato difensore. Sta segnando 26,2 punti di media con oltre il 37% dal perimetro. Si è incamminato verso la grandezza, con una squadra, i Minnesota T-Wolves, che vince ed è seconda a Ovest dopo Denver. Non bisogna mettergli pressione, a questo punto, con paragoni così pesanti per chiunque. Bisogna goderselo, accompagnarlo nella sua traiettoria spettacolare che, in assenza di imprevisti, è destinata a portarlo sempre più in alto.
That’s all Folks!
Alla prossima settimana. Buona Pasqua