Il servizio segreto russo Fsb ha comunicato di aver sgominato una cellula terroristica basata nel Daghestan “direttamente coinvolta” nell’assalto della sala da concerto Crocus alle porte di Mosca che ha provocato 143 morti. Quattro persone sono state arrestate domenica, a Makhachkala e Kaspiysk, con l’accusa di aver fornito armi e denaro per l’attentato dello scorso 22 marzo. Domenica il Comitato anti terrorismo aveva annunciato l’arresto di tre persone che “intendevano pianificare una serie di azioni terroristiche”. “Ho portato loro le armi, agli assalitori della Crocus City Hall. Gli ho portato le armi da Makhchkala”, ha detto uno degli uomini arrestati in un video diffuso dall’Fsb. Secondo gli investigatori “i criminali hanno condotto una ricognizione nell’area, hanno costruito un ordigno esplosivo improvvisato e hanno acquistato armi automatiche”.

Intanto emerge che anche l’Iran aveva avvertito la Russia della possibilità di una “operazione terroristica” significativa sul suo territorio come riporta il Guardian. Teheran aveva condiviso le informazioni in suo possesso, raccolte negli interrogatori delle persone arrestate in relazione agli attacchi in Iran, giorni prima dell’assalto. Gli Stati Uniti, come è noto, avevano diffuso un ‘warning’ sulla possibilità di attentati terroristici che era stato bollato dallo stesso presidente Vladimir Putin come propaganda occidentale.

Il ministero dell’Interno russo ha messo a punto una proposta di legge per rendere più severi i controlli sull’immigrazione, dopo l’attacco terroristico per cui sono stati incriminati quattro cittadini tagiki accusati di essere gli autori materiali. La strage del Crocus è stata poi rivendicata due volte dall’Isis-K. La proposta getta le basi legali per “l’uso di mezzi moderni per controllare l’ingresso e la permanenza di cittadini stranieri nella Federazione Russa”, ha detto la portavoce del dicastero, Irinia Volk, citata dall’agenzia Ria Novosti. In Russia vi è una massiccia immigrazione, specie da repubbliche ex sovietiche come Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan, di lavoratori impiegati in attività manuali, anche per sopperire ai problemi provocati dal calo demografico. La proposta di legge prevede tra l’altro l’identificazione biometrica di chi entra in Russia, la creazione di un profilo digitale per gli stranieri e un rafforzamento dei controlli su datori di lavoro e clienti di aziende che attirano il numero maggiore di lavoratori immigrati.

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